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Lirinia - Torrenova, match sospeso per razzismo? La versione dei due club

alberto ciccarelli

Riportiamo un episodio di presunti comportamenti razzisti che ci è stato segnalato e che si sarebbe verificato nello scorso weekend di gare. La partita in questione è quella tra Lirinia Academy e Torrenova FC, valevole per la quinta giornata del campionato di Under 16 Provinciali, girone D. Non essendo presenti sul luogo, riportiamo le versioni rilasciate dalle due società, senza prenderne parte alcuna. Consapevoli che, come redazione di Gazzetta Regionale, l'unica certezza è quella che su un campo da calcio, e a maggior ragione in un incontro che vede coinvolti ragazzi di 15 anni, certe cose non dovrebbero accadere.

La versione del Torrenova

L'accusa è quella esposta dall'FC Torrenova, che si dichiara parte lesa. A parlare sono il vice-presidente Bruno Manzullo e il dirigente Luciano Macciocca. "Il Presidente della squadra avversaria, che non poteva stare a bordocampo non essendo in lista, ha insultato i ragazzi di colore della mia squadra, rivolgendogli frasi razziste e insulti di ogni genere. Alla fine della prima frazione i miei giocatori hanno visto che il presidente ha ricoperto di offese anche un tifoso in tribuna. A cinquant'anni non si possono attaccare dei ragazzi minorenni. Ci tengo anche a dire che il campo non è a norma, ci deve essere un divisorio tra gli spogliatoi e l bar. E' una cosa squallida quella che è successa. A prescindere da tutto, una persona di cinquant'anni non può prendere di petto i bambini di colore. Si giravano verso di noi e chiedevano perchè lui stesse dicendo quelle cose senza senso. Queste sono offese, i ragazzi e i genitori si sono risentiti. Dovrà rispondere di quello che ha detto. Abbiamo quattro ragazzi di colore, noi siamo questo: l'integrazione. Il calcio è un'altra cosa, non si possono dire certe cose. Hanno abbandonato il campo, e tramite un foglio che ci è stato consegnato, il presidente ha comunicato che non erano disposti a tornare fuori dagli spogliatoi. Vogliamo ribadire che tutto è stato possibile perchè il bar è nel recinto di gioco, per prendere un caffè bisognava entrare in campo e i cancelli erano aperti. Questa persona può dire quello che vuole, ma se prima insulta i nostri figli c'è poco da fare per difendersi".


Per la Lirinia Academy a parlare è direttamente il presidente, Roberto Cirelli

"Per me la questione è chiusa, con la società avversaria non ho nulla in sospeso. Mentre abbiamo preso la decisione di querelare la giornalista di un quotidiano della provincia di Frosinone, che riportando una notizia non veritiera ha infangato la nostra reputazione. Probabilmente voleva fare un po' di clamore, ma così facendo rovina la nostra immagine e il lavoro che stiamo svolgendo con i ragazzi". Poi sull'accaduto. "Alcuni genitori, non parliamo di ultras, si sono comportati in maniera non molto corretta verso l'arbitro, del resto stavano perdendo. Qualcuno stava cercando di entrare in campo. Io, che sono il responsabile, ho fatto in tempo a chiudere i cancelli. A fine primo tempo gli animi si sono surriscaldati, stavano perdendo e qualcuno ha riferito che i nostri dirigenti avrebbero pronunciato le parole "sporco nero". Ci sono le telecamere, ho inoltrato tutto alla procura. C'è del falso in queste accuse, ho inoltrato le immagini anche a Rai Tre, si evince che la nostra squadra è stata condotta nello spogliatoio dal mister e dai dirigenti, mentre quelli avversari hanno lasciato libertà ai giocatori di insultare e provocare. Possono dire quello che vogliono, la realtà sta nei fatti. Giocatori e genitori continuavano ad infierire, hanno rotto una porta dello spogliatoio, ho chiesto loro di andarsene, senza volere risarcimenti e senza alcun tipo di interesse riguardo a quello che sarà l'esito della partita. Possono anche vincerla, non è quello che conta, non è il nostro sport. Anzi ho anche detto loro che non ci presenteremo per il match di ritorno. Le prove ufficiali le ho consegnate a chi di dovere, ma stanno continuando ad infangarci. C'erano anche delle persone poco affidabili sulle tribune". Sulla presunta accusa che il presidente avesse impedito agli ospiti di consumare al bar, il numero uno risponde così: "Abbiamo una macchinetta, il cui accesso è però legato a quello dell'area riservata con gli spogliatoi. L'arbitro mi ha pregato di non far accedere nessuno, visto che volevano invadere il campo. Dal video si vede che il direttore di gara cerca di mandare via queste persone che provavano ad entrare. Noi facciamo sport. Se loro fossero stati corretti, avrebbero pensato a giocare, invece hanno alimentato i ragazzi". Sulle accuse indirizzate direttamente alla sua persona: "Non ho mai avuto problemi di questo genere, io ho solo detto di pensare a giocare. Il padre dell'arbitro ha sentito tutto e sa come sono andati i fatti, io non ho mai detto nulla. Questa mia versione è stata depositata presso il tribunale di Cassino e posso dire che l'accusa è inventata. Ho 58 anni e due figli, mi sputerei in faccia da solo se facessi una cosa del genere. Mi dispiace se cercano di stravolgere la verità, ma loro hanno detto una cosa non veritiera". Non resta che attendere il Comunicato Ufficiale per capire cosa l’arbitro abbia segnalato nel referto. Per adesso l’unica cosa certa è che a una trentina di quindicenni, che partecipano a un campionato giovanile, non è stato concesso di giocare a pallone e per una motivazione che con lo sport, e i ragazzi, non dovrebbe aver nulla a che fare.

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