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l'analisi

La Lazio ci ricasca: contro il Brescia altro calo di tensione

Con le rondinelle è arrivato un secondo inaspettato passo falso per la squadra di Fratini. Poca cattiveria sotto porta, troppa sicurezza di se stessi: adesso non si può più sbagliare

13 Novembre 2017

Fratini, tecnico dell'Under 16 (©GazReg)

Fratini, tecnico dell'Under 16 (©GazReg)

Fratini, tecnico dell'Under 16 (©GazReg)

Era il 24 settembre quando la Lazio espugnava Milano e tornava nella Capitale con la terza vittoria consecutiva da inizio stagione. Un esame importante, seppur tuttora la classifica dei rossoneri non sia poi così entusiasmante, ma superato a pieni voti. Poi serviva una conferma, visto che al Melli sarebbe arrivato un Cittadella non di certo irresistibile, in questo momento terzultimo in classifica con il peggior attacco e la peggior difesa del girone. Invece per la squadra di Fratini qualcosa non ha funzionato ed è arrivata la prima inaspettata sconfitta in campionato. Il 5 novembre, un secondo e sicuramente più importante test attendeva i biancocelesti: lo scontro diretto con l’Atalanta. Una prova perfetta, micidiale, una vittoria meritatissima che confermava la straordinaria forza di un gruppo, che avevamo definito pronto a sognare in grande. Non che la Lazio non lo sia ancora, ma il secondo passo falso con il Brescia lascia riflettere. Perché dopo due successi così prestigiosi, sono arrivati altrettanti stop casalinghi impronosticabili? Mancanza di mentalità verrebbe da dire, troppa sicurezza nei propri mezzi. Probabilmente sì, la Lazio è di gran lunga superiore a Cittadella e Brescia, il problema è che non lo ha dimostrato sul campo. Se contro i padovani, però, ha influito molto la sfortuna (palo di Tempestilli e sventurato errore di Moretti sul secondo gol ospite), contro i lombardi è sembrata mancare quella cattiveria e quella voglia di chiudere la gara, propria delle grandi squadre. Dopo aver ribaltato l’inaspettato vantaggio bresciano già nel primo tempo, i 2002 di Fratini hanno avuto diverse chances per archiviare la pratica nella ripresa, non soffrendo praticamente mai le iniziative avversarie. Ma il calcio si sa che è strano e la Lazio ne ha pagato le conseguenze, incassando un gol all’unico vero tiro in porta ospite della ripresa. E allora è giusto che sorga qualche pensiero, perché se una squadra è forte lo deve dimostrare con tutti, contro gli avversari più ostici e soprattutto contro quelli più abbordabili. Fortuna vuole che Atalanta ed Inter abbiano pareggiato nella sfida clou di giornata, lasciando ogni distanza al vertice invariata: chissà però come sarebbe stato per la Lazio, ripresentarsi a Milano, stavolta sponda nerazzurra, a giocarsi un big match con tre punti di vantaggio sui rivali e la possibilità d’imbastire una prima vera fuga. Non esiste fallimento se s’impara dai propri errori, ma di jolly da giocarsi nel corso di un’intera stagione ce ne sono pochi. La Lazio deve ripartire con umiltà, consapevole che può rimanere lì alto ma solo se scende in campo sempre con la stessa fame, perché di strada ne è stata fatta solo un pezzetto, per arrivare a tagliare grandi traguardi c’è ancora tanto da galoppare.

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