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Le 5 verità di Lazio-Frosinone: i ciociari hanno ancora qualcosa in più

Gara andata in archivio quella tra biancocelesti e gialloblù, dove comunque le Aquile hanno espresso trame importanti non convertite poi nei tre punti

14 Febbraio 2023

Duello in Lazio-Frosinone, i 2007

De Martino e Tocci a duello (Foto © Cervera)

Stesso epilogo, stesso contesto, nonostante lo scenario a fine gara potesse risultare leggermente diverso. Come successo un anno fa, il confronto tra i classe 2007 di Lazio e Frosinone non ha avuto vincitori, bensì una partita accesa, viva, nonostante le occasioni da rete non siano state le attrici principali. Un match combattuto tra due squadre di alto rango, che rimangono distanziate di un solo punto a favore dei gialloblù. L’X ovviamente sorride maggiormente alla truppa ciociara, che, allo stesso modo della stagione precedente, non offre la miglior versione possibile di sé in quel del Green Club, ma comunque dà ottimi segnali in vista del finale della stagione. Merito comunque di un atteggiamento biancoceleste quasi perfetto, disegnato in ogni suo aspetto da mister Alboni, che ha imbrigliato l’undici avversario, soprattutto nel primo tempo. Nella ripresa però sono arrivate le giuste risposte di Mancone dall’altra panchina, rimettendo a posto la squadra al fine di cambiare, con successo, le sorti del match. A goderne totalmente del risultato è stata la sola Roma capolista, in grado di allungare sulle due inseguitrici, ma la partita ci ha regalato comunque diversi spunti, da cui parte la nostra analisi.

1)La Lazio chiama con forza, i ragazzi di Alboni sono in rampa di lancio...

Se c’erano diverse aspettative sulla condizione, soprattutto mentale, di una squadra apparsa mai così tanto in salute, il campo non ne ha smentita nemmeno una. La squadra schierata da Alboni- al netto di due assenze pesanti quali Miconi e Francioli- è sembrata perfetta per quasi un’ora, conducendo le operazioni per la maggior parte del tempo. I biancocelesti hanno lasciato un’ottima impressione riguardo il percorso di crescita intrapreso ad inizio anno, e fortificato con l’inizio dell’anno nuovo. Il pari nel derby regionale è stato il quinto risultato utile consecutivo, per una squadra ora pronta ad assaltare la seconda piazza, in grado di valere l’accesso diretto alla post season. Ma sopra ogni cosa, ha dato piena conferma del valore “nascosto” delle Aquile, che potrebbero nei prossimi mesi regalarsi qualcosa d’importante. L’uscita agli ottavi di finale nei playoff della scorsa annata ha pesato senza dubbio nell’economia di un gruppo comunque quasi rivoluzionato, verrebbe da dire, dalla cura Alboni, che ha capito come lavorare sulla testa di questi ragazzi. Essere combattivi sempre, non mollando mai la presa, e ora lo show è pronto a regalarci degli episodi pieni di emozioni.

2)… Il Frosinone però risponde chiaro e presente. La truppa di Mancone ha ancora qualcosa in più

Qualora dovessimo analizzare la gara, sarebbe necessario prendere e dividere il tutto in due fasi. La famosa doppia gara, quella citata in qualche occasione da Adani, in cui i venti minuti finali sono un contesto a sé. Beh, nonostante qui si giochi sugli 80’, il concetto potrebbe essere ripreso e rimesso al centro dello scontro al Green Club. I gialloblù si sono presentati nella capitale senza aver mai perso nei campionati nazionali contro i pari età laziali. Vittoria l’anno passato tra le mura amiche, per poi pareggiare in trasferta, ed il copione è stato perfettamente rispettato in questo campionato, in ogni sua piega, e, come la stagione scorsa, i leoncini durante il primo tempo non sono sembrati al massimo. Come abbiamo già detto, la causa va ritrovata nella preparazione tattica degli avversari, ma i ciociari son sempre duri a morire e così l’ultimo scorcio di gara l’han fatto loro. La lettura di Davide Mancone a giochi in corso è stata semplicemente esemplare, effettuando tre cambi, tutti in grado di dare il loro apporto, modificando essenzialmente il ritmo e conseguentemente la tendenza della sfida. Nulla di trascendentale: Buonpane si è districato tra le linee con qualità, Riccone e Dolciami hanno aggiunto quella sostanza e voglia necessarie. Il risultato è stato il pari di Baptista, arrivato per inerzia, ma comunque giunto a destinazione. Così è stato, e ad oggi la compagine frusinate vede solo la Lupa davanti a sé (nonostante vada ricordato come manchi un penalty evidente in favore dei romani nel primo tempo). Una squadra importante quella a disposizione die gialloblù, matura quasi al punto giusto da capire i momenti della gara in cui alzare il ritmo, sfruttando magari i pochi corridoi lasciati illuminati dagli avversari. Questo è accaduto, e ad oggi le validissime alternative dei leoncini sembrano fare la differenza. Attenzione però, perché la consapevolezza fa tanto, ma basarsi solo su quella sul lungo periodo può rivelarsi un boomerang.

3) Ritorno al futuro. Leonardo Scuto da centrale può dare tanto

Era iniziato tutto verso il finale dell’ultima stagione. Mister Gonini stava cercando di ridisegnare una Lazio più aggressiva, quadrata ed offensiva in vista dei playoff. Beh l’esperimento uscito fuori prometteva bene: Formisano alzato in una posizione ibrida a centrocampo, consentendo alla Lazio una spinta maggiore, con Scuto spostato a terzino destro, e la coppia Francioli-Pernaselci a blindare la retroguardia. La mossa pagò di dividendi, tanto da venir confermata (più che altro nella parte difensiva) da mister Alboni quest’anno. L’ex Tor Tre Teste difatti sembrava il giusto contro peso ad un Trifelli invece più energico e di sovrapposizione sul lato mancino, dando comunque una copertura con almeno tre uomini. Scuto però era arrivato dal Candiani per fare il centrale, e l’anno scorso in U15 lo ha fatto in maniera egregia. Preciso negli anticipi, bravo ed elegante nel gioco aereo, spesso in grado di risultar decisivo. Proprio nella sfida di sabato infatti una sua zuccata in mischia faceva gioire i biancocelesti per il momentaneo vantaggio, poi pareggiato a 12’ dal termine. Il classe 2007 dal canto suo è tornato a far vedere le chiusure con cui si era fatto apprezzare da tutti, fino a raggiungere l’azzurro di Coverciano, convocato anche per la doppia amichevole con la Spagna (dove ad onor del vero giocò anche spostato sull’esterno). Il suo rendimento con il Frosinone però ha dato indicazioni quasi esclusivamente positive, visto come, al di fuori della sola azione del gol subito, la sua prestazione sia stato di alto rango. Nei due a proteggere la porta di Masi si sente forse anche un po’ più a suo agio, e magari Marco Alboni ha trovato un altro lucchetto per blindare il forziere là dietro.

4) Cervello e piedi da leader. Diodati e Curzi sono il centro di gravità permanente di questo Frosinone

Lo avevamo ampiamente anticipato in settimana. Il duello più atteso e forse decisivo dell’incontro sarebbe stato quello a centrocampo. Senza dubbio i due reparti maggiormente qualitativi delle squadre scese in campo al Green Club, pronte a darsi battaglia. Se dal lato capitolino l’equilibrio di Nebuloso è stato ben equilibrato dalle folate agonistiche e tecniche di De Martino e Fazio, in casa ciociara solo due pezzi su tre si sono distinti. La prestazione di Tocci difatti non è stata quella che ci si aspettava, mancando un po’ nel ruolo classico d’incontrista, recuperatore di palloni, senza neanche offrire il solito, perfetto timing negli inserimenti. A tenere in piedi i leoncini però ci hanno pensato l’8 ed il 6, due numeri che in quel reparto nella storia del calcio han sempre regalato emozioni. Captain fantastic Valerio Diodati ha rivestito i panni del leader, giostrando quasi a memoria le operazioni, con cambi di lato fulminei, a spaccare la linea difensiva, per innescare i suoi attaccanti. Un passo avanti agli altri, una visione di gioco superiore, quella di un giocatore che non fa manco mai mancare il suo carisma in mezzo al campo. Coadiuvato alla perfezione inoltre da un perfetto Simone Curzi. Arrivato la scorsa estate dall’Accademia Calcio Roma, il centrocampista non ha solo confermato le ottime prestazioni in nerazzurro, alzando sempre più l’asticella del rendimento. Dopo il timbro della gara d’andata, una partita molto intelligente al ritorno, dove ha saputo far bene da filtro, gestendo diversi palloni in maniera encomiabile. Meno appariscente magari rispetto ai compagni, il suo ruolo in questo Frosinone rimane comunque essenziale, tanto da aver piena fiducia da parte del suo allenatore. L’8 ed il 6, il 6 e l’8, senza osare o fantasticare troppo, ma le belle manovre dei ciociari partono da qui.

5) Capitolo primato ormai chiuso? La Roma se ne va

Tra i due litiganti il terzo gode. Spesso è stato così, lo continuerà ad essere, soprattutto quando è la classifica o la casualità a mettersi in mezzo. Il pari maturato al Green Club, di certo ha solo alimentato le ambizioni dei giallorossi, praticamente con le mani sullo scettro del primato. La non così semplice gara casalinga con il Bari è stata risolta grazie ad una ripresa autorevole dei Lupi, scappati a più sei dai gialloblù, sette invece dai cugini terzi in classifica. Nonostante ci siano pochi dubbi sul fatto che il team di Trigoria fosse la formazione maggiormente quotata ai nastri di partenza, la classifica sta testimoniando in suo favore, praticamente consegnandole quasi il primo posto. Ora sarà importante che Gianluca Falsini lavori bene sulla testa dei giocatori, al fine di non concedersi pause pericolose verso la fine della regular season, visto che poi ci sono i playoff. La semifinale persa con il Milan nell’ultima estate è un punto rosso che i Lupi vogliono cancellare, e sarà necessario tener alta la guardia, sotto la guida di un allenatore che in U16 già si è cucito un tricolore sul petto. Frosinone e Lazio quindi son avvertite, anche se gli scenari da qui ad aprile potrebbero comunque rivoltarsi.

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