Focus

Sorrisi, sogni ed il lavoro di Alboni. Il cammino magistrale dei 2007

Federico Meuti

Non tutti i lavori sono facili da impostare, presentano punti diversi da cui partire, analizzare, fino a cercare le soluzioni più adatte al contesto. Spesso però non tutti sono capaci di capire la differenza delle situazioni, le motivazioni diverse, le speranze, il passato, con ogni variabile possibile da inserirci. Le squadre di calcio son così. Ognuna ha le sue prerogative, le sue necessità, ma anche i suoi doveri da rispettare lungo l’intera stagione. A quel punto diventa fondamentale il lavoro degli allenatori, le figure scelte a guidare, non solo dal punto di vista tecnico ma anche caratteriale, le singole rose, per farle crescere in maniera esponenziale, fino a trovare la forma migliore possibile. Ad oggi nella Lazio chi incarna perfettamente questi concetti è indiscutibilmente mister Marco Alboni, punto fermo del settore giovanile capitolino, sia in tempesta che nelle giornate in cui il sole sembra non voler mai tramontare. Dopo il capolavoro assoluto con i 2006 nel campionato passato, trasformando una rosa promettente in un’autentica corazzata degna di poter rientrare a pieno titolo nelle favorite per lo scudetto anche quest’anno, adesso sta tirando fuori il meglio anche dal gruppo dei 2007. Di certo non il migliore, né tantomeno il più talentuoso dalle parti del Green Club, reduce da un quinto posto oscuro, senza mai riuscire anche solo a star vicino al duo rivale Roma-Frosinone, arrivato davanti grazie ad un distacco importante dalle Aquile. Il tecnico allora si è rimboccato le macchine, ha intuito sin da subito che l’impegno maggiore avrebbe riguardato la salute mentale di una squadra arrivata sfiduciata alla sua corte, poco consapevole anche del suo potenziale nel corso degli anni precedenti. I mesi iniziali non sono stati semplici, anzi tutto il contrario. Per quanto lo staff dei romani si sia concentrato sull’esplosività offensiva della rosa, i risultati non riuscivano a combaciare con una tanto desiderata continuità, fino ad implodere la mattina del 27 novembre al Di Bartolomei. Sul campo dei giallorossi arrivò un sonoro 3-0 per mano della Roma, sempre difficile da incassare in una stracittadina, soprattutto da chi l’anno passato subì addirittura un passivo di cinque reti a Trigoria. Il buio appariva incombente, ma Alboni, insieme ai giocatori, ha proseguito sulle sue idee, tirando fuori dalle difficoltà ragazzi nuovi, migliorati sotto i punti di vista, maggiormente convinti delle loro qualità.

LA SCALATA

Dopo la debacle nella sfida massima, i biancocelesti non hanno più perso in campionato, sfoggiando prestazioni di primissimo spessore. I passi in avanti son stati chiari a partire da subito, aumentando a dismisura con il dispiegarsi del 2023. Una rincorsa infinita e non ancora finita, quella che ha permesso a capitan Nebuloso e compagni di superare quel Frosinone apparso inarrivabile la scorsa primavera, conquistando e difendendo il secondo posto dietro solo ad una Roma troppo superiore per tutti. La maturità psicologica raggiunta dalle Aquile è quasi spaventosa considerando il punto di partenza, i chilometri fatti, per avere una rosa pronta, bella e finalmente consapevole. L’attacco continua ad essere il fiore all’occhiello della mercanzia biancoceleste, con diverse pedine pericolose in zona gol, condito alla perfezione dal livellamento generale di un gruppo che ora vede molti elementi coinvolti rispetto anche ai minutaggi della passata stagione. I cinque successi nelle ultime sei uscite sono il perfetto ritratto di una Lazio che sta spiccando il volo, grazie a dei giocatori cambiati, che affronteranno l’Under 17 nella prossima stagione con certezze diverse, sicure, senza più farsi prendere dai dubbi. Adesso però c’è un presente da rispettare, per tutto quello di buono che è stato costruito. Un derby da giocare dopo la pausa, per regalarsi l’ennesima soddisfazione, ma soprattutto conquistare l’accesso matematico ai playoff (quindi arrivare secondi, visto il primato certo della Roma), evitando la spirale degli spareggi. E una volta arrivati lì, ci sarà spazio solo per i sorrisi, quelli di una squadra rivoluzionata, pienamente consapevole della posta in palio, ma con alle spalle mesi di continua ed inesorabile crescita. Il sipario è pronto ad alzarsi.

This page might use cookies if your analytics vendor requires them.