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Lazio, col derby toccato il fondo? L'involuzione dei giovani di Procopio è lampante

Polinari, Ciucci, Di Claudio, Reita, Zangari... Sono profili di assoluto spessore che non tutti hanno il lusso di potersi permettere. Gianluca Procopio li ha tutti a disposizione da inizio anno, senza nulla togliere al resto della truppa biancoceleste che, come dimostrato anche in passato, è una squadra forte. Una squadra che ai nastri di partenza, considerato anche quanto fatto nella scorsa stagione, si presentava decisamente avanti rispetto ai cugini. Il derby di novembre fu il paradiso toccato dalla Lazio, che però da lì in poi non ha fatto altro che navigare nel purgatorio. Al triplice fischio del nono turno, giorno della stracittadina, la Lazio si trovava addirittura 7 punti sopra la Roma - che adesso si è invece portata a +5 - ma fermarsi alla classifica lascia, come sempre, il tempo che trova. 

Bisognerebbe piuttosto soffermarsi sull'involuzione di alcuni singoli e, di conseguenza, del collettivo biancoceleste. Domenica mattina, contro i giallorossi, non fosse stato per l'atteggiamento di alcuni - fatto di determinazione e rabbia agonistica - in casa Lazio c'era da vedere ben poco. Questo è quello che più preoccupa, ad oggi e in ottica futura. Reita è un fantasista duttile e dalle qualità importanti che non tutti hanno la fortuna di avere in rosa. Ciucci è un difensore che lo scorso anno ha disputato la fase finale da sotto età, vestito la maglia della Nazionale, ma che ora sembra un pesce fuor d'acqua. Così come Di Claudio, meraviglioso metronomo, capace di dettare tempi e spazi come pochi altri e che adesso non riesce più ad emergere. E la lista potrebbe proseguire, a maggior ragione se nel paragone con qualche mese fa.

Così, una volta compreso che il derby si stava per tingere di giallorosso, a prevalere è stato solo e soltanto il nervosismo di una squadra che, in tutto questo, appare anche più che mai scollata. Il fatto è che molto probabilmente la Lazio - in generale nelle varie categorie - sembra aver finito le cartucce sparate in passato e che hanno continuato a portare frutti per la prima parte di questa stagione. Cambiato il vento, ora serve nuova forza per far girare il mulino

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