lo speciale/4
Sogno Elite: gruppo e mentalità, ecco il Grifone Monteverde
La compagine di Calcagni ha chiuso il girone d'andata davanti a tutti: questione di adattabilità e concentrazione
Gioca un bel calcio, sogna l’Elite, ma soprattutto si diverte. Il Grifone Monteverde è lì, in vetta alla classifica del Girone A degli Allievi Regionali a quota 36 punti e soprattutto non vuole smettere di stupire. Fino a qui i ragazzi rossoblu sono stati quasi impeccabili: ma qual è il segreto? Lo abbiamo chiesto proprio al tecnico dei ’99, Marco Calcagni.
Due fattori “Probabilmente quello di provare sempre a giocare un calcio propositivo”. Esordisce così mister Calcagni, tecnico della capolista. “In ogni partita cerchiamo sempre di prendere in mano le operazioni, giocando a testa alta, costruendo, senza pensare in maniera ossessiva alla vittoria”. Cercare quindi di ottenere i tre punti, sì, ma senza rinunciare al bel gioco. Il Grifone Monteverde si diverte e fa divertire: “Questo perché alla base possiedo un gruppo davvero eccezionale. I ragazzi mi seguono a occhi chiusi, ascoltano le direttive e mostrano sempre grande spirito di sacrificio. Questi fattori fanno la differenza, ora dobbiamo soltanto rimanere concentrati sull’obiettivo finale. Non sarà semplice, ma noi ce la metteremo tutta”.
Questione di… adattabilità Il Grifone Monteverde ha un altro grande pregio, ovvero quello di riuscire a cambiare modulo con grande facilità. Attenzione, non è stato sempre tutto rose e fiori: “Purtroppo durante la stagione ci siamo trovati spesso in difficoltà a causa di infortuni e squalifiche. Di conseguenza spesso proviamo moduli differenti proprio per ovviare a questo problema: passiamo dal 4-4-2 al 4-3-3 e usiamo, ogni tanto, anche il 4-3-1-2. In questi ultimi giorni abbiamo perso Mario La Rosa, attaccante passato tra le fila del Brescia. Per noi è una grande soddisfazione, tuttavia abbiamo dovuto apportare ulteriori modifiche alla formazione. Ho grande fiducia nei miei giocatori”.
… e di mentalità Mister Calcagni si sofferma poi su un aspetto sul quale si sta concentrando molto: “Il fattore mentale è da sempre molto importante. Mantenere la concentrazione per tutta la partita fa la differenza così come trovare stimoli anche con le avversarie sulla carta più abbordabili. E’ tutta una questione di testa. Ti faccio un esempio: siamo andati a giocare contro il Corneto Tarquinia. Abbiamo iniziato bene, facevamo la gara. Poi un episodio sfavorevole ci ha portato a perdere la lucidità, la concentrazione e abbiamo perso 3-0. Quella è stata una partita che proprio non riesco a digerire perché abbiamo sottovalutato l’avversario. Però da quel giorno i ragazzi hanno capito che nel calcio non esistono partite facili”. E questo, molto spesso, fa la differenza.