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l'intervista
04 Marzo 2016
Roberto Belardo, tecnico della Romulea
Il momento d’oro della Romulea, il successo con il Savio, il rapporto speciale con Paolo Fiorentini e infine il big match con la Tor Tre Teste. Questi sono solo alcuni degli argomenti che abbiamo trattato con Roberto Belardo, tecnico tra i più apprezzati nella nostra regione. Con il mister amaranto oro abbiamo ripercorso le tappe più importanti della stagione e non solo…
Belardo, partiamo da questa estate. La società ha costruito un gruppo di ’99 tutto nuovo, composto da giocatori molto forti. Tanti tecnici avrebbero voluto essere al tuo posto, ma forse in pochi sarebbero riusciti a trovare quest’amalgama.
“Innanzitutto ti ringrazio perché mi hai fatto un grande complimento. Abbiamo preso tanti giocatori, mi sono trovato un gruppo del tutto nuovo. Le qualità di questi ragazzi sono state da subito evidenti, tuttavia ho dovuto lavorare molto sulla mentalità. Io intendo il calcio in un modo ben preciso, loro erano abituati a giocare in maniera diversa, quindi ho chiesto loro di seguirmi e applicarsi: devo dire che hanno sempre risposto presente”.
Hai avuto due belle intuizioni che secondo me stanno facendo la differenza: spostare Panaioli a centrocampo e credere in un talento come Tucci.
“Valerio (Tucci ndr) è un giocatore che dà tutto in campo. E’ il primo ad arrivare agli allenamenti, il primo a rimanerci male di fronte ad una sconfitta. Parlavano di lui come un giocatore difficile da gestire… secondo me in molti hanno fatto la valutazione sbagliata. Per quanto riguarda Lorenzo Panaioli, invece, il discorso diverso. Lui ha qualità superiori alla norma, possiede un grande talento. Quest’anno però si sta applicando molto soprattutto dal punto di vista mentale. Spostarlo più indietro, metterlo più nel vivo del gioco credo che abbia giovato molto alle sue caratteristiche”.
I tecnici che incontrano la Romulea si fanno tutti la stessa domanda. “Belardo metterà la difesa a 3 o a 4? Schiererà una punta centrale come Belli o un falso nove come Tucci?”. Hai tante soluzioni quest’anno…
“Secondo me i moduli contano poco o nulla. E’ come interpreti il calcio che fa la differenza. La voglia, la mentalità, lo spirito di sacrificio. Questi, sono i fattori che contano. Marra, per esempio, è un giocatore insostituibile, può ricoprire più ruoli senza fatica. I miei due centrocampisti lo scorso anno erano due attaccanti. D’Aprile può fare l’esterno basso o alto, poco importa, il rendimento è lo stesso. E’ tutta una questione di mentalità.
Domenica avete battuto il Savio al Campo Roma: cosa ha rappresentato per te questa vittoria?
“E’ stata un successo importante, ma per me sono solo tre punti. Non provo nessun astio verso il Savio, anzi. Io a Paolo Fiorentini voglio un bene dell’anima, spero sempre di poterlo incrontrare perchè è un grande uomo di sport. Quando pensi al Savio pensi a Paolo Fiorentini”.
Tra due giorni vi aspetta il big match con la Tor Tre Teste. In molti dicono che la Romulea fuori casa fa meno paura, è più discontinua. E’ solo sfortuna o secondo te i tuoi hanno un po’ di “mal di trasferta”?
“Nel calcio non esiste la fortuna. Il Roma, essendo un campo molto grande, ti permette di giocare a calcio, quando invece magari andiamo su campi piccoli, pesanti, perdiamo quella mentalità necessaria per vincere. Ecco, domenica al Candiani sarà importante l’approccio. Noi dobbiamo fare quello che ci riesce meglio. Giocare a calcio”.
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