final six
Romulea, tre buoni motivi per credere nella vittoria
Domani, gli amaranto oro sfideranno il Forlì con un solo risultato a disposizione. Missione difficile, ma non impossibile...
Un pareggio amaro. Non scompare neanche il giorno dopo quel pizzico di amarezza che ci ha lasciato Poggio degli Ulivi – Romulea. Sarebbe potuta finire in maniera diversa. Diciamolo chiaramente, gli amaranto oro meritavano la vittoria. Ma così non è stato, la compagine laziale ha portato a casa un solo punto e domani sarà costretta a fare bottino pieno con il Forlì per centrare la finale Scudetto. Alternativa alla vittoria non c’è, tre buoni motivi per credere in questa Romulea invece sì.
1) Il Poggio degli Ulivi Esatto. Nonostante il pareggio, la Romulea che abbiamo visto in campo con gli abruzzesi ha giocato una buona partita, dimostrando una superiorità abbastanza evidente. Il problema è stato lo stesso del match con la Samb: l’approccio. Si mette in difficoltà da sola e reagisce, proprio come avvenuto ieri con il Poggio. Stavolta però la brigata di via Farsalo non è riuscita a chiudere il match gettando al vento davvero tante (troppe) occasioni da gol. Il caldo, un terreno di gioco asciutto e insolito per gli amaranto oro non ha aiutava, però la Romulea è riuscita comunque ad uscirne e con buona personalità ha schiacciato l’avversario per lunghi tratti. Un segnale importante in vista della gara con il Forlì.
2) Il gruppo Perché questo è stato il perno, il fattore vincente di questa squadra. Lo spogliatoio. Unito, compatto, la Romulea deve ritrovare la forza (mentale e fisica) per l’ultimo rush della stagione. E’ difficile: ricordiamo, per esempio, il forcing a cui sono stati costretti Panaioli e Mastrantonio, impegnati moltissimo anche durante il Torneo delle Regioni e quindi non in perfette condizioni. E’ difficile: il Forlì d’altronde ci crede, si è sbarazzato del Poggio degli Ulivi e ora può giocare anche per il pari. E’ difficile, ma non impossibile. Questa Romulea ha tutte le carte in regola per continuare a stupire.
3) Lo scudetto E’ il terzo motivo, non a caso. Lo abbiamo lasciato per ultimo perché il tricolore rappresenterebbe la ciliegina sulla torta di una stagione storica per questa società. Scudetto è la parola che nessuno nomina, ma che in molti sognavano già all’inizio della stagione, quando mancava una vita. Quando c’erano da giocare ancora trenta partite in campionato, quando mancavano i play off, la finale regionale, il triangolare della fase nazionale. Un percorso lunghissimo, insomma. Adesso però lo Scudetto è davvero vicino. Siamo in ballo, allora balliamo. No?