Dopo gara

Lodigiani, il rammarico di Dari: "La tattica non c'entra"

Lucida analisi del tecnico biancorosso che pone l'attenzione su alcuni aspetti che hanno fatto la differenza nella gara persa contro l'Urbetevere

Gli istanti successivi al triplice fischio sono quelli in cui un tecnico inevitabilmente è chiamato ad interrogarsi su ciò che non ha funzionato, soppesando tattica e atteggiamento. Dari ci mette la faccia e commenta con occhio lucido quanto accaduto nella gara contro l’Urbetevere, in cui la Lodigiani ha incassato il primo ko stagionale. Una sfida in cui ha prevalso la squadra che meglio ha saputo approfittare degli errori degli avversari. Il prolungato possesso palla dei padroni di casa non ha infatti sortito l’effetto sperato, merito del tridente d’attacco gialloblu che, posizionato sempre oltre la linea di centro campo, ha costretto all’errore alcuni degli interpreti di Dari che per necessità ha preferito schierare la difesa a 3, nel tentativo di supportare il centrocampo con gli innesti di 2 esterni che potessero garantire velocità alla manovra. L’obiettivo? Giocarsela a viso aperto e fare la partita. I primi minuti sembrano, in tal senso, prendere la piega che Dari vorrebbe dare al match, ma la squadra di Ripa riesce a dire la sua soprattutto in fase di non possesso tanto da mandare in fumo i piani tattici della Lodigiani che in circa 20’ capitola sotto i colpi di Pellecchia, Zappalà e Capparella. Il momentaneo pari di Bonini non ha infatti la forza di cambiare l’inerzia del match che al secondo tempo registra una sterile reazione dei biancorossi, incapaci di trovare varchi e rimettersi in corsa per recuperare lo svantaggio. Il rammarico che trapela dal tono di voce non impedisce comunque a mister Dari di dire la sua e di spiegare le ragioni che lo hanno spinto a credere che l’unico schieramento possibile fosse il 3-5-2: “Abbiamo sbagliato in fase di non possesso, abbiamo pagato l’errore individuale che in più d’un occasione è nato perché ritardavamo la chiusura sul loro vertice basso. Non abbiamo subìto il gioco dell’Urbetevere, quanto piuttosto alcune ripartenze che si sono rivelate letali, come nel caso del primo gol. Al secondo invece siamo stati troppo leziosi, siamo stati noi a concedergli la possibilità di segnare. Gli episodi, come in ogni sfida di cartello che si rispetti, hanno fatto la differenza. A condizionare le mie scelte sono state però anche alcune defezioni, quelle di Riolo e Walser per esempio, che mi hanno indotto a preferire la difesa a 3, anche se non siamo abituati a lavorare con le due punte. In settimana ci abbiamo lavorato molto proprio perché il mio intento era quello di sfruttare la velocità dei nostri esterni, nel tentativo di servire De Carlo o Bonini. Purtroppo non ci è riuscito, ma non credo che la mia squadra ne esca ridimensionata. La sconfitta ci pesa, ma non ci condiziona. Tornassi indietro confermerei le mie scelte: non disponevano degli interpreti giusti per fare da specchio agli avversari. La tattica stavolta non c’entra, è l’atteggiamento che ci ha beffato. Con un pizzico di concentrazione in più avremmo evitato facilmente gli errori che hanno regalato la vittoria agli avversari. Ma siamo la Lodigiani, non smetteremo di credere nelle nostre capacità per un incidente di percorso".

 

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