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l'intervista
20 Giugno 2018
Piero Gonini e Luigi Miccio ©Lori
Gli ultimi mesi sono stati tutt'altro che facili per Luigi Miccio. L'addio con la Vigor Perconti a inizio Marzo, con i suoi 2002 al comando del proprio girone, è ancora una ferita aperta per il tecnico che adesso, dopo qualche settimana di riflessione, ha deciso di rimettersi in gioco, spiegando le motivazioni dell'esonero dai blaugrana dal suo punto di vista e i piani del futuro sulla panchina del Savio.
Mister è arrivata finalmente l'ufficialità al Savio. Riparti dunque da via Norma. Come ti senti? Con quale spirito stai iniziando questa avventura?
“Riparto con lo spirito di chi ha passato un periodo molto difficile. Ancor prima del progetto, ho cercato un ambiente che potesse darmi quell'umanità, quell'affetto, che per me sono determinanti all'interno di un percorso lavorativo per potermi esprimere al massimo. Riparto con grande entusiasmo, l'ambiente mi ha accolto molto bene, con grande considerazione”.
Riparti dagli Allievi Elite, una delle tue categorie preferite.
“Sì, è una categoria in cui mi sento a mio agio, l'ultimo step che permette ai ragazzi di affacciarsi al calcio vero. Gli Allievi mi danno tanta soddisfazione”.Kone è un esempio importante in questo senso. Un ragazzo che hai allenato alla Vigor Perconti e che ora sta facendo molto bene a Torino.“Sì, negli ultimi due anni probabilmente lui è la mia soddisfazione più grande, al di là dei risultati calcistici. Un ragazzo che tra tante difficoltà, anche extra campo, è riuscito ad emergere. Vederlo così realizzato è veramente emozionante”.
Nell'ambiente Savio si è parlato molto dell'addio di Alessandro Bolic, arrivato un po' a sorpresa. Che idea ti sei fatto al riguardo?
“Non saprei, queste sono dinamiche interne che appartengono al tecnico e alla società. Io stimo molto Bolic, un allenatore che non ha bisogno di presentazioni. Non a caso ricevo una pesante eredità. Il gruppo 2002 è storico per questa società, stiamo lavorando molto, anche sugli innesti. La base però è buona”.
Passiamo alle domande difficili. Capitolo Vigor Perconti. Luigi, si è parlato tanto del tuo esonero dai blaugrana. Motivo: scelta tecnica. Ci puoi spiegare di più, dal tuo punto di vista?
“Ho fatto tante riflessioni in questi mesi. Innanzitutto ringrazio la Vigor Perconti per lo splendido periodo passato insieme. La loro fiducia credo di averla ripagata: due titoli regionali vinti, uno peraltro mai conquistato nella storia della società con gli Allievi, tre finali regionali, due Final Six. La mia parte credo di averla fatta...”.
E come mai questo l'esonero?
“La mia conclusione è che questo esonero fosse un un atto mirato a farmi del male dal punto di vista umano. Anche perchè per i risultati maturati credo fosse impossibile mandarmi via. La vedo e la vivo così: una vera cattiveria”.
Nel nostro ambiente lo sai, le voci sono tante. Si parlava di una divergenza tra te e Francesco Bellinati come motivo del tuo allontanamento. Sono falsità o c'è del vero?
“Non ho nulla da dire a tal proposito. Posso però affermare che ho ricevuto tanti attestati di stima dopo il mio allontanamento, anche da persone che non conosco. Questo mi fa pensare che a livello umano lascio qualcosa e per come sono fatto io è un fattore che conta”.
Ma tra i messaggi che hai ricevuto c'era anche quelli di Bellinati? Magari per un semplice saluto...
“No. Francamente non vedo il motivo per cui dovrebbe mandarmi un messaggio del genere perchè stiamo parlando di una persona che non conosco, con cui non ho mai lavorato. Non abbiamo nessun tipo di confidenza”.
Torniamo al tuo Savio. Oltre a Piero Gonini, hai ritrovato anche Paolo Fiorentini.
“Sono stato davvero contento di rivedere il Presidente. Negli ultimi anni il rapporto si era un po' incrinato, ma ora è tutto alle spalle e di questo ne sono davvero felice. Averlo ritrovato umanamente e calcisticamente è molto importante. Su Piero c'è poco da dire: gli devo davvero tanto perchè anche dopo la mia esperienza al Crotone c'è sempre stato e mi ha permesso di tornare a lavorare fin da subito. Anche nel calcio deve esserci la riconoscenza e quando si è aperta la porta Savio non ho potuto dirgli di no”.
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