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La rubrica
28 Settembre 2019
Simone Falcioni (©GazReg)
Inizia la rubrica dedicata alla carismatica voce del capitano. Ecco chi, questa settimana, ci farà entrare dentro agli spogliatoi per raccontarci se stesso e la propria squadra. Verrebbe da dire che chi nasce il 29 giugno, festa di San Pietro e San Paolo, patroni della città eterna, non possa che essere a sua volta il protettore di un qualcosa. Così è Simone Falcioni, capitano della Tor Tre Teste e, naturalmente, difensore.
“Un ruolo che ho sempre amato e una grande responsabilità. Ma al di là del difendere amo la posizione che occupo: posso vedere tutto il campo e tutti i miei compagni.” Se non sono parole da capitano vero queste. Parole di chi non insegue manie di protagonismo, ma di chi pensa in primis al collettivo che ha di fronte. Preferire stare dietro, anziché davanti, per vedere, e non per farsi vedere. Appare subito chiaro, comunque, trovandosi di fronte a Simone Falcioni, ragazzo dall'ampio sorriso e dal volto buono ma fiero, di essere davanti a uno che ha la giusta umiltà per essere un vero capitano. “Sono cinque o sei anni che porto questa fascia al braccio”, ci racconta Simone, “ma gioco qui alla Tor Tre Teste dalla scuola calcio... la società ha mostrato stima nei miei confronti nel corso del tempo e le sono grato per avermi dato questa fascia.” Chiediamo al numero cinque di casa Tor Tre cosa significa essere il capitano dei rossoblù. “Tutto. Per me significa tutto. Vuol dire avere personalità. Vuol dire avere le pa... il coraggio” (si corregge da solo. Perché Falcioni è anche ragazzo di una certa classe. Ma il primo termine che gli era venuto in mente forse era il più appropriato per definire quel che lui intendeva) “... vuol dire aiutare gli amici in difficoltà. Quando succede qualcosa di brutto devo essere e sono il primo ad andare lì e a prendere il compagno che ha torto, a fermarlo.” Al di fuori del mondo del calcio, Simone Falcioni è... “un un ragazzo giocherellone, che ama scherzare con i suoi amici. Quest'anno ne incontro tanti in altre squadre, ma non guarderò in faccia a nessuno... (ride, ndr), quando siamo dentro quel rettangolo non ci sono amicizie che tengano. Per il resto studio, vado al liceo scientifico, e un giorno mi piacerebbe studiare fisioterapia: un argomento di cui mi interesso già ora.” All'esordio stagionale Simone Falcioni e la sua Tor Tre Teste hanno festeggiato una vittoria per 5-1. “La gara con l'Ottavia? Siamo stati bravi a ribaltare il risultato. Ci sono state delle difficoltà all'inizio, devo dirmi soddisfatto a metà. Possiamo sempre migliorare e cercheremo di farlo.” Domani c'è la trasferta in casa del Trastevere. Una squadra partita subito alla grande in campionato. “Ho visto che hanno fatto degli acquisti molto importanti, sono arrivati dei giocatori forti. Ci aspettiamo di affrontare una squadra di qualità, ma sappiamo che in generale dobbiamo sempre dare il massimo sul campo. Questo perché, sì, lo scorso anno abbiamo vinto e abbiamo un titolo da difendere anche in Under 17: le altre ci aspettano, sanno chi siamo. Abbiamo un ruolo pesantissimo, ne siamo consapevoli. Abbiamo già messo da parte però il passato, è necessario farlo: dobbiamo ripartire da zero. Cosa ci ha lasciato il titolo regionale dello scorso anno? Gioco qui da tanto tempo e l'anno scorso è stato il primo per me alle finali e non solo: il primo in cui io abbia vinto. Alzare quella coppa al cielo è stato incredibile e credo che ci abbia trasmesso tanto, una grande forza. Sono serviti grandi sacrifici, ma alla fine l'abbiamo meritata.”
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