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La rubrica
26 Ottobre 2019
Flavio Valentino
Flavio Valentino è il capitano dell'Urbetevere classe 2003: un privilegio e una responsabilità, quella che gli è stata offerta, che lo riempie di orgoglio, anche perché è arrivato in casa gialloblù solo quest'anno, facendosi però già apprezzare sotto l'aspetto sia calcistico che umano. Lo abbiamo conosciuto e abbiamo parlato con lui di che aria si respiri in questo inizio di stagione all'Urbe, a quasi una settimana di distanza dal derby vinto con il Grifone Monteverde per 1-0. "Anzitutto ci tengo a ringraziare il Sansa, con cui ho giocato per tre annni e dove sono migliorato molto, prima di arrivare qui all'Urbe, dove continuerò a coltivare e a inseguire un mio grande sogno: quello di diventare un calciatore professionista. Per quanto riguarda il nostro inizio di stagione è stato un po' contraddistinto sinora da alti e bassi: abbiamo accumulato 8 punti e penso che proprio in occasione delle due vittorie che abbiamo conquistato, quelle con Ladispoli e Grifone Monteverde, siamo riusciti a dare il meglio di noi. Quelli sono i momenti più belli, quelli che poi mi porto dentro. Quando si perde invece... meglio non starmi vicino, perché divento intrattabile." Sulla squadra: "Si è formato un bel gruppo, siamo molto uniti e credo che la cazzimma, come si dice, sia il nostro punto di forza. Non facciamo sconti e diamo sempre il massimo. Certo, ci sono diversi aspetti che dobbiamo migliorare, come ad esmepio quello dei goal: dobbiamo segnare di più. Non solo, dobbiamo lavorare anche sulla nostra emotività. Perché dopo un inizio difficile, con diversi scontri diretti, non siamo riusciti a indossare sempre la maglia dell'Urbetevere in modo sereno: ci siamo fatti a volte sovrastare da sentimenti negativi, dall'ansia e dalla tensione, e per questo non sempre siamo riusciti a fare bene." Flavio Valentino è un difensore centrale, ma può adattarsi all'occorrenza. "Sì, posso ache giocare come mediano davanti alla difesa, non è un problema. Comunque ho sempre fatto il difensore fin dai primi anni di calcio: è un ruolo che amo, perché c'è più contatto fisico e c'è bisogno anche di tanta forza, soprattutto nei contrasti: la parte migliore del mio ruolo. I miei punti di forza? La fisicità, la prontezza nel gioco aereo. Penso che invece un mio difetto sia la velocità. Un mio idolo? Ne ho tanti, ma senza anndare a citare leggende scontate, mi vengono in mente Fazio, Smalling, Acerbi, De Vrij, Škriniar... questi sono giocatori da cui prendo spunto, perché molti di loro vengono dalla strada e con il lavoro sono riusciti a raggiunngere la loro meta." Riguardo a un sogno per quest'anno. "Vincere l'unico titolo che manca a questa società... sarebbe bellissimo. Spero comunque di poter arrivare in alto con questa squadra." Infine, sull'essere capitano: "Per me non è il giocatore più forte, come molti possono pensare, che riceve la fascia da portare al braccio. Ma è colui che riesce a interpretare perfettamente il pensiero sia del mister che del club e a rappresentare bene i compagni. Deve avere calma nei momenti difficili e essere pronto ad aiutare sempre la squadra soprattutto nei momenti di difficoltà."
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