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L'INTERVISTA
14 Gennaio 2020
Benito Centola ©Cippitelli
Un grande successo sul campo del Trastevere. Uno di quei risultati che può cambiare la stagione, dando dimostrazione e conferma di solidità, forza e tenacia che, insieme alle caratteristiche tecniche, servono a qualsiasi formazione per raggiungere grandi traguardi. Una prima tappa, il Savio l'ha percorsa nello scorso turno di campionato, affermandosi 2-1 in uno scontro crocevia da cui i ragazzi di Benito Centola escono rinfrancati e con la convinzione di potersela davvero giocare per qualcosa di prestigioso. "Sapevamo che c'era da soffrire, considerando il valore dell'avversaria - ha affermato il tecnico -. Usciamo con la conferma di avere grande carattere e con una prestazione all'altezza della situazione. Sono stati due tempi diversi. Non mi sono piaciute le distanze tra i reparti nella prima frazione. Ci siamo allungati soprattutto sulle transizioni e sulle seconde palle loro, ed abbiamo concesso molto. Nella ripresa abbiamo cambiato con il 4-3-3 e abbiamo chiuso in crescendo. E sono stati determinanti anche gli ingressi dalla panchina: questa è la nostra ricchezza, merito della società, serena e che ci fa lavorare bene vista la relazione umana e familiare che non guasta mai. Abbiamo fatto tanto, ma il calcio non ha memoria: quello che è stato fatto ormai è archiviato, quello che faremo non si sa. La vittoria di Trastevere è importante, ma dovremo andare avanti". Andare avanti per inseguire il sogno di salire su 1 dei 3 gradini del podio. "Abbiamo chiuso il girone d'andata con una serie di problematiche, per poi trovarci al 3° posto. I margini di recupero non ci sono più perchè ci sono 6/7 squadre che lottano per 3 posizioni e le altre per salvarsi, e le motivazioni sono le stesse indipendentemente dall'obiettivo per cui si gioca. Ogni partita sarà fondamentale". I buoni propositi non mancano: "L'elemento che mi dà più soddisfazione da settembre ad oggi è il gruppo. Siamo cresciuti molto su questo aspetto, assemblando le capacità individuali e inserendole in un contesto di gioco. Ho lavorato sui rapporti di natura psicologica, perchè c'è il ragazzo 'professionista', quello con cui devi alzare la voce, l'altro che devi coccolare".
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