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La rubrica
05 Aprile 2020
Flavio Pittaccio
Dribbling, velocità, un fiuto per il goal che lo ha portato a segnarne ben dieci per la sua squadra in questa stagione nonostante la lunga assenza per infortunio: parliamo di Flavio Pittaccio, talentuoso attaccante dell'Atletico 2000 e leader del gruppo, nuovo protagonista della nostra rubrica "La Voce del capitano". Con lui, in un'annata davvero sfortunata tra guai fisici e l'emergenza Coronavirus, abbiamo parlato della stagione, che si stava mettendo piuttosto bene prima dello stop, della squadra, di quella fascia che porta al braccio. Ma non si può no cominciare dal difficile momento vissuto da tutti. "Dalla prima settimana ad ora è cambiata molto la situazione", ci racconta Flavio, "sento di più la mancanza dei miei compagni di squadra, mi manca il campo e mi manca vivere una giornata normale, quelle di sempre. Ormai è tanto tempo che siamo costretti in casa". Sulla stagione: "Nella prima parte del campionato la squadra non è andata molto bene. Penso però che a rallentarci sia stato più che altro il fatto di avere tanti compagni nuovi, dovevamo unirci e compattarci. Con il tempo, infatti, non a caso, la squadra è cresciuta molto, tanto da portarci in una posizione interessante, senza dubbio positiva. Il ricordo più bello della stagione? Il gol da centrocampo contro il Tor di Quinto che è valso i tre punti, senza dubbio". Sulla squadra, maturata e cresciuta con il passare delle giornate: "Penso che uno dei nostri punti di forza, decisivo per molte delle nostre vittorie, sia stato la grinta e la concentrazione che mettevamo in campo. Purtroppo ci sono anche state tante partite che non siamo riusciti a chiudere: le rimonte subite nel nostro campionato è una nota dolente, avremmo potuto far meglio sicuramente da quel punto di vista". Come detto, Flavio è il capitano dell'Atletico 2000: "Sono molto felice di poterlo essere per questa squadra. La fascia di capitano ti responsabilizza molto perché bisogna essere d'esempio per i compagni, sono del parere che un buon capitano debba sapersi distinguere per la carica da trasmettere alla squadra partita dopo partita".
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