L'Intervista
Città di Ciampino, Di Cori: "Tornare qui mi ha fatto sentire di nuovo a casa"
Quest'estate in casa Città di Ciampino c'è stato un grande ritorno, quello di Giulio Di Cori che è approdato di nuovo al Superga per sedersi sulla panchina dell'Under 17 Elite. Proprio quella categoria che aveva guidato già quattro anni fa, quando con i classe 2003 si trovava al primo posto in classifica prima che il Covid portasse poi all'interruzione dei campionati. Di Cori è sempre rimasto legato ai colori rossoblù e, una volta avuta la possibilità, non ci ha pensato su due volte a fare ritorno al Superga: "Tornare al City mi ha fatto sentire di nuovo a casa. Nel mondo del calcio si gira tanto e, ovunque si va, si lascia un pezzo di cuore. Le vittorie, così come le sconfitte, passano, mentre i rapporti umani restano per sempre. Qui a Ciampino si era creata un'alchimia unica, un legame con tutto l'ambiente che non si è mai spezzato. Avevo lasciato in sospeso un lavoro che non si era potuto concludere per causa di forza maggiore, entrambe le parti sentivano che fosse arrivata l'ora di chiudere questo cerchio. Sono orgoglioso di ricoprire questo ruolo in una categoria così importante, in una società sana e pulita, una rarità nel calcio". Al giro di boa gli aeroportuali occupano il quarto posto nel Girone B, in piena zona play off, al termine di un girone d'andata senza dubbio positivo: "L'attuale classifica è veritiera, meritiamo questo piazzamento. Abbiamo avuto un ottimo avvio di stagione, culminato con la vittoria sulla Tor Tre Teste. Poi ci siamo rilassati, come se avessimo raggiunto con largo anticipo l'obiettivo, complice anche qualche infortunio di troppo. In questo campionato, però, non si può mai abbassare la guardia. Ci sarà bisogno di umiltà, sudore e sacrificio per realizzare quanto stabilito. Al City si è aperto un ciclo importante, un progetto serio con il sogno di allestire una prima squadra costruita per la maggior parte con i ragazzi cresciuti nel nostro settore giovanile, che oggi non ha nulla da invidiare a nessuno. Anche con il presidente, quando ci siamo stretti la mano guardandoci negli occhi, ci siamo fatti una mezza promessa. Spero si possa realizzare, ma nel frattempo ho il dovere di far crescere in fretta questi ragazzi, perché per diventare calciatori devono innanzitutto essere dei piccoli-grandi uomini, che è la cosa più delicata".