TDR 2025

Il Lazio è una Grande famiglia: il cammino dei 2008 che ci hanno fatto sognare

Riviviamo la cavalcata dell'Under 17 che purtroppo si è interrotta oggi in semifinale, ma il percorso di questi ragazzi rimane davvero importante

È il viaggio, non la meta, ciò che conta. Possiamo prendere in prestito queste celebri parole di Eliot per analizzare il percorso dell'Under 17 del Lazio al Torneo delle Regioni. Speravamo tutti in un epilogo diverso, magari con la Coppa alzata al cielo di Taormina, mentre purtroppo il cammino si è fermato in semifinale contro i campioni in carica della Lombardia: quello che ci hanno lasciato questi ragazzi, però, vale comunque tantissimo.

Riecco il Lazio C'era tanta voglia di rivalsa per l'Under 17 dopo la deludente spedizione dello scorso anno in Liguria, quando arrivò l'eliminazione già ai gironi senza collezionare neanche una vittoria, e proprio lo stesso CT Angelo Grande l'aveva ribadito sulle nostre colonne prima di partire per la Sicilia. Una rivalsa che senza dubbio c'è stata, con il Lazio che è tornato ai suoi livelli, ovvero nell'Elite del calcio dilettantistico: girone dominato e qualificazione da prima indiscussa e vittoria di carattere ai quarti di finale contro la Puglia, prima di uscire sconfitti dalla semifinale contro i campioni in carica della Lombardia. Che sarebbe stata una storia diversa lo si era capito già dal percorso di avvicinamento al grande appuntamento del Torneo delle Regioni e, le ottime impressioni che avevamo avuto, sono state confermate a pieno fin dall'esordio di sabato scorso. Una squadra che ha rappresentato nel migliore dei modi la nostra regione, un gruppo di ragazzi e uno staff di cui essere orgogliosi e da applaudire per tutto quello che hanno fatto.

Una Grande famiglia Quello che è balzato subito all'occhio e che ci è apparso sempre più chiaro giorno dopo giorno, avendo modo di vivere quest'esperienza a contatto con i ragazzi anche al di fuori dal campo, è la coesione del gruppo. Tanto merito di questo va anche al CT Angelo Grande che ha contribuito nel costruire questo clima attorno alla Rappresentativa, creando grande empatia con i ragazzi e facendo capire loro l'importanza dell'esperienza che si apprestavano a vivere. Questa unione della squadra è venuta fuori ad ogni gol realizzato, con tutti pronti a correre ad abbracciarsi per esultare insieme e sfoderare il balletto di gruppo diventato poi il marchio di fabbrica dei classe 2008. Un'esultanza nata per caso, in uno dei momenti di convivialità dei ragazzi al di fuori dal campo: sul balcone della camera d'albergo, con la musica a palla, Recchia seguito da Mecozzi, Carpita e Taglieri ha lanciato questo ballo che ha divertito tutti. Questi sono quei particolari che fanno la differenza anche all'interno del rettangolo di gioco, come dimostrato ad esempio nella sfida d'esordio contro la Campania. Una vittoria eroica per capitan Felici e compagni che, in dieci uomini e dopo aver incassato il 2-2 avversario, proprio all'ultimo respiro grazie all'apporto fondamentale dei subentrati sono andati a prendersi i tre punti. Una famiglia però è tale sia nei momenti belli che in quelli più complicati, come dopo l'eliminazione con il gruppo che si è compattato per condividere anche il momento di dolore: sempre insieme, sempre uniti, fianco a fianco.

Il cuore oltre l'ostacolo Una famiglia che ha dovuto superare anche diversi ostacoli nel corso del cammino qui in Sicilia. Abbiamo già parlato della gara al cardiopalma contro la Campania, ma non possiamo non parlare anche della sfortuna che ha colpito i nostri classe 2008 tra i quarti e la semifinale. I ragazzi di Grande infatti, sono usciti malconci dalla vittoria di misura contro la Puglia: da bomber Mecozzi che ha dovuto dare forfait nel riscaldamento, al roccioso difensore Touray che è dovuto uscire per un fastidio al ginocchio, fino ad arrivare ai problemi di stomaco di Drisaldi e gli acciacchi di Stornelli e Scifoni. I nostri classe 2008 hanno gettato il cuore oltre l'ostacolo e, nonostante le defezioni, hanno lottato dal primo all'ultimo minuto. Un avversario difficile la Lombardia, d'altronde il tricolore sul petto non lo portano di certo per caso, ma siamo noi a fare la gara: tanto possesso palla e pallino del gioco nelle nostre mani ma la dea bendata non ci sorride e due episodi ci portano sul doppio svantaggio. Anche qui il Lazio non molla e, guidato da Taglieri, riapre i giochi in vista del forcing finale. Negli ultimi minuti la truppa di Grande spinge, ancora Taglieri sfiora il gol ma non basta, il sogno purtroppo finisce qui.

È il viaggio, non la meta, ciò che conta. Torniamo alla frase di partenza che i nostri ragazzi dovranno tenere ben stampata in mente perché, nonostante non ci sia stato il lieto fine, devono comunque essere orgogliosi di quello che hanno fatto. Un'esperienza importante, che li ha fatti crescere e che sicuramente avrà sempre un posto speciale nel loro cuore.

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