l'episodio

Vis Casilina-Sora, i rossoblù lasciano il campo: le versioni dei due allenatori

Presunti insulti razzisti alla base della decisione della squadra di Buson

Domenica si è giocata la gara tra Vis Casilina e Sora, match valido per la quarta giornata di campionato regionale di Under 17. Gli ospiti stavano conducendo per 0-1 grazie al gol di Zampella arrivato al 17’ della ripresa. La partita però non si è conclusa. I padroni di casa al 25’ del secondo tempo hanno lasciato il rettangolo di gioco dopo presunte sentito frasi razziste nei confronti di un loro giocatore da parte di un calciatore bianconero. Abbiamo cercato di fare chiarezza raggiungendo telefonicamente i due allenatori, che danno versioni discordanti sull’accaduto.

Alessandro Buson, della Vis Casilina, spiega perché i suoi hanno lasciato il campo: “Intorno al 20’ ho notato un po’ di confusione, sia in campo che fuori sugli spalti. Poco dopo, ho visto un mio giocatore in lacrime e sono stato avvertito da un suo compagno che il ragazzo è stato vittima di insulti razzisti – racconta il tecnico rossoblù - Appena saputo dell’accaduto, ho subito richiamato l’attenzione dell’arbitro, ignaro della situazione, che mi ha detto che avrebbe tenuto d’occhio i due ragazzi. Dopo pochi minuti, ho visto che non c’erano più le condizioni per continuare a giocare. Ho richiamato i miei calciatori ed ho concordato, sia con loro che con il direttore di gara, di non proseguire più la partita. Abbiamo voluto dare un segnale forte, perché queste cose non devono accadere. Sull’andamento della gara non mi interessa nulla. Mi dispiace solo che non abbiamo ricevuto solidarietà da parte del Sora”.

Di tutt’altro tenore la testimonianza di Ciro Iafrate, tecnico del Sora, che nega con fermezza le presunte offese razziste, dando una spiegazione completamente diversa a quanto accaduto in campo: “Nel secondo tempo, ho visto i due ragazzi in questione battibeccare per svariati minuti ed il mio giocatore è stato ammonito. Nel frattempo, anche sugli spalti si erano accesi gli animi e la partita si stava innervosendo. L’arbitro era lontano dall’azione. Poi siamo passati in vantaggio e poco dopo ho tolto il mio calciatore ammonito per non rischiare di rimanere in dieci. Secondo i miei ragazzi, il calciatore della Vis Casilina non era tanto scosso per le offese ricevute, che ci sono state ma non di natura razzista, ma per il litigio di due mamme in tribuna”. L’allenatore bianconero poi prosegue dando altri dettagli sulle tempistiche dell’accaduto: “Vorrei sottolineare, che dopo il litigio tra i due, sono passati circa 7-8 minuti da quando la Vis Casilina ha abbandonato il campo. Non metto in dubbio che il loro calciatore si sia sentito offeso, ma non sono state rivolte frasi razziste nei suoi confronti. L’arbitro sostiene di non aver né sentito né visto nulla. A me sembra che ci sia stata una strumentalizzazione su questo episodio”.

A questo punto, per fare chiarezza, non resta che attendere il comunicato ufficiale del Giudice Sportivo per capire cosa l’arbitro ha segnalato sul referto.

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