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il personaggio
28 Aprile 2016
Bartolotta e i suoi genitori al momento della firma con la Roma
“Non riesce a imprimere quella svolta al match che ci si aspetterebbe da uno come lui restando spesso fuori dal gioco. Ci vuole tempo per digerire il salto nei prof”. Così il sottoscritto commentava la finale del Torneo Superga di Alessio Bartolotta. Da quel 15 di Settembre, per l'ex Urbetevere, di tempo sembra proprio esserne passato a sufficienza. Dopo la prima stagione nei professionisti, in cui tra l'altro ha vinto il campionato con la sua Roma, Bartolotta ha dimostrato sul campo di aver digerito come meglio non si poteva quel famoso salto nei Prof, riuscendo ad andare in doppia cifra nel bottino di gol stagionali.
Avvio in salita I primi passi di Alessio nei professionisti sono stati tutt'altro che semplici. La Roma ha un gruppo di qualità in cui, soprattutto nel reparto avanzato, la concorrenza non manca di certo. Ecco così che il classe 2000 passa da un palcoscenico come quello dell'Urbetevere, dove si era giustamente ritagliato un ruolo da protagonista, ad una nuova realtà in cui deve farsi largo. Nei primi tempi, tra Torneo Superga e un esordio dove sbaglia un rigore contro la Maceratese, l'attaccante non brilla particolarmente. Bartolotta però non molla e, con il passare delle settimane, cresce a vista d'occhio. Arrivano i primi gol e le prestazioni tornano ad essere più che convincenti. Rimane però una concorrenza decisamente agguerrita che delinea un campionato giocato solamente a singhiozzo. Al termine della stagione sono 1128 i minuti totalizzati conditi da 11 reti (bottino tutt'altro che di poco conto se si considera che il capocannoniere della Roma è Antonelli con 13 reti, ndr).
Sempre pronto Analizzando nel dettaglio la sua stagione ci si rende immediatamente conto di come abbia saputo far bene nonostante, tra concorrenza e scelte tecniche, non abbia ricoperto di certo un ruolo da protagonista. In un campionato, peraltro, giocato da sotto età dato che le professioniste di A e B partecipano esclusivamente classe 2000, rispetto alle formazioni di Lega Pro che fanno scendere in campo ragazzi classe '99. Ventiquattro le partite in cui l'attaccante è stato chiamato in causa e in cui si evidenzia un dato decisamente particolare: Bartolotta è uno di quei giocatori che entra in partita con un'efficacia praticamente unica. Ben 8 delle reti realizzate sono infatti arrivate nelle 14 occasioni in cui il ragazzo è entrato a match in corso. Un dato che assume ancora più valore se si considerano i minuti giocati. Da subentrante, in tutto il campionato, l'attaccante ha giocato 367 minuti in cui ha segnato una rete ogni 45 minuti circa (rispetto alla media di un gol generale ogni 102 minuti ndr) a dimostrazione di come il giocatore abbia saputo farsi trovare pronto indipendentemente dai minuti concessigli da Rubinacci.
Un percorso che è la dimostrazione tangibile di come, nel calcio così come nella vita, l'impegno e il sacrificio presto o tardi portano sempre a dei risultati. Ecco dunque che Alessio Bartolotta diventa qualcosa di più di un giovane di belle speranze, erigendosi ad esempio di come un'esperienza delicata come quella del salto nei professionisti vada vissuta. L'occasione, presto o tardi, arriva sempre e l'importante, o forse l'unica cosa che conta davvero, è sapersi far trovare pronti.
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