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Focus
23 Aprile 2020
Alessio Maestrelli ©De Cesaris
Alessio Maestrelli è quel tipo di giocatore che quando lo vedi in azione ti fa venire voglia di rimetterti gli scarpini e scendere in campo per sradicare il pallone dai piedi dell'attaccante avversario, naturalmente in scivolata. Perchè il suo essere così cattivo in campo, agonisticamente parlando, ti carica anche se sei seduto in tribuna a vedere la partita. Che poi non si tratta nemmeno di cattiveria, forse è con "garra charrua" che potremmo definire il suo modo di intendere il calcio. Un difensore centrale completo, perfetto in marcatura, bravo in fase d'impostazione, imbattibile nel gioco aereo e nei contrasti spalla a spalla. E con un cuore immenso.
Era il 25 giugno 2018, l'Under 15 del Tor di Quinto era impegnato nelle Final Six in Emilia Romagna e la formazione di Basili si giocava l'accesso al turno successivo contro la Liventina. Il risultato finale sarà di 1-1, un pareggio amarissimo che condannerà all'eliminazione la formazione di Via del Baiardo. Ma in quell'ora e mezza, un giocatore su tutti mise in mostra una delle sue migliori prestazioni personali: Alessio Maestrelli. Recuperava palloni a tutto spiano, impostava il gioco, chiudeva ogni spazio all'attacco avversario e si rendeva pericoloso in fase offensiva (durante la regular season 2018/2019 mise a segno nove reti da difensore centrale), era ovunque. Dopo un brutto scontro di gioco inizia a perdere sangue dal sopracciglio. Cambio? Non se ne parla: "Mister mi faccio la fasciatura e rientro". Ma al di là di ogni aspetto prettamente tecnico-tattico, il "Mastro" era il leader di quello spogliatoio, non a caso il capitano della squadra. Investitura più che meritata, considerando la sua mentalità già da giocatore e già all'età di quindici anni. E poi un'educazione rara, di quelle che, ahinoi, non se ne incontrano spesso.
Il suo approdo nel Professionismo sembrava scontato ed il Frosinone non ci ha pensato su due volte a fargli vestire la casacca giallazzurra. Gli inizi in ciociaria non sono dei migliori, l'ormai ex TdQ fa un po' fatica ad ambientarsi nel nuovo campionato ma qui subentra di nuovo la grande mentalità che lo contraddistingue. Lavoro, sacrificio ed ecco che inizia a stupire addetti ai lavori e non. In poco tempo migliora sotto tutti i punti di vista diventando un vero e proprio pilastro per la difesa di David Di Michele che, tutt'ora, non può fare a meno di lui. Il 3 aprile dello scorso anno è arrivato anche il primo gol nei prof, una rete di quelle che non si dimenticano facilmente.
"Nessuno ti regala niente" è la frase che Marco Materazzi ripete più spesso al suo nipotino. Senza particolari pressioni e senza mettere troppo bocca sulla carriera del centrale del Frosinone. A proposito di centrale, zio e nipote condividono anche lo stesso ruolo, quello di difensore, e allora quale miglior insegnante se non Matrix. Uno dei protagonisti del Triplete dell'Inter nel 2010 e, soprattutto, del Mondiale del 2006. Di strada prima di arrivare a quei livelli ne dovrà percorrere il "Mastro", ma in fondo... sognare non costa nulla.
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