Cristian Ledesma e la Lazio: capitolo II. L'ex regista si presenta come nuovo tecnico

"E' un momento che aspettavo da tanti anni, qua mi sento a casa. E' bello ritornare in un'altra veste, bello rimettersi la maglia con quello stemma, è bella la responsabilità di dare qualcosa ai giovani. Era il mio sogno, qualcosa che aspettavo". Le prime parole di Cristian Ledesma che torna alla Lazio come tecnico dell'Under 17. L'argentino, che con l'aquila sul petto ha indossato anche la fascia da capitano oltre a vincere tre dei sei trofei vinti nella gestione Lotito. 

"Quando mi ha chiamato la Lazio ero nervoso, per me non era un incontro come quelli fatti in questi anni, c'era il nervosismo di non chiudere la trattativa. Questo è stato l'anno giusto - prosegue l'ex playmaker biancoceleste nell'intervista rilasciata sui canali ufficiali della società, che lavorerà con una categoria che già conosce viste le esperienze con Frosinone ed Ascoli "Mi aspetto un campionato bello, dal quale escono tante promesse. E' un campionato formativo, mi aspetto di dare tanto ai ragazzi e di farli crescere, di vincere, perché lavoriamo per questo".

Derby e senso di appartenenza Il primo impegno ufficiale della sua Lazio sarà nella Scopigno Cup: all'esordio subito la sfida contro la Roma di Toti "Iniziamo con il derby, è sempre bello affrontare le squadre forti. Ci stiamo preparando per il campionato e questa partita sarà proprio a ridosso dell'inizio della stagione, al derby torneo importante giusta importanza.

La nuova stagione si avvicina: i calendari dall'Under 17 all'Under 15.

In data odierna la Figc ha reso pubblici quelli che saranno le date e gli incontri dai classe 2009 ai 2011

Bisogna essere molto attenti nel trasmettere il senso di appartenenza, col giusto equilibrio. Quello che ho vissuto da giocatore è diverso, ma sicuramente mi dà una marcia in più per trasmetterlo".

Parola d'ordine coraggio Da uomo navigato in questo mondo Ledesma sa perfettamente cosa serva ad una squadra di settore giovanile "Cerco di lavorare con il gruppo -  prosegue - cercando di farli migliorare. Dobbiamo cercare di dare un'identità di non pensare agli avversari, dopo di che va trasmesso quello che è il calcio di oggi, dare loro delle soluzioni che possano scegliere. Mi considero un uomo di campo e credo che a questi ragazzi vada data un' opportunità e serva il coraggio. Il talento c'è, ma se non gli dai le armi giuste non arriva. Penso che non sia tutto da buttare in questa generazione, si parla spesso di una generazione con pochi valori, mentre ha tante qualità positive, oltre che qualcuna negativa, ma anche noi le avevamo. Il coraggio serve nel farli giocare. Spesso manca nei confronti dei giovani, nell'accettare che possano sbagliare (riferito alle prime squadre, ndr): facciamo sbagliare, essendo consapevoli di farli migliorare col il passare del tempo". 

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