Lo Speciale

Un mercoledì da Top: i migliori dell'Andata in Under 18 Professionisti

Federico Meuti

Le difficoltà, nette e da non dimenticare assolutamente. Quelle che si vivono in una categoria del genere, la più complessa da gestire. Per i giocatori, dopo magari un’annata splendente in U17 ma non da compiere il salto in Primavera, tra concentrazione da ritrovare e obiettivi da non far diventare sfocati. Per gli allenatori, costretti a doversela vedere con i continui sali scendi nella rosa, finendo – ci permettiamo – con gli addetti ai lavori, che non hanno ancora ben compreso la necessità di rallentare di un ulteriore anno la crescita dei nostri giovani all’interno del settore giovanile. Ma adesso non è tempo di dubbi e critiche, bensì di certezze, elogi e qualità. Quella onnipresente nella nostra Top 11 di metà stagione, guidata da mister Andrea Zanchetta, al momento a vele spiegate con la sua Inter seconda in classifica.

I soliti sospetti Si parte sempre dalla retroguardia, dalla base per poi arrivare in cima. E non che si stia parlando di importanza nella squadra, tutt’altro, vista la centralità del terzetto arretrato in un undici così pieno di talento. Come si vede in una retroguardia dove figura Gabriel Ramaj. Il gioiello dell’Atalanta nei 2006 è una garanzia assoluta, testimoniata dall’azzurro della nazionale che non lo ho mai abbandonato. Senza dubbio vicino a lui trova altre due colonne portanti, che ci si continua a chiedere come mai dalle parti di Coverciano ci siano passate veramente poco storicamente. In primis William Feola, astro nascente della Roma nonché il leader difensivo dai piedi buoni. Facente parte del gruppo storico che ha portato a Trigoria due Scudetti, adesso è arrivata anche la firma sul contratto, in attesa che la scalata finisca ed arrivi il panorama più bello. Senza dimenticarsi di Tommaso Bordoni, granitico centrale della Lazio, la cui crescita vertiginosa delle ultime due uscite l’ha reso leader e punto fisso per l’Aquila, da Terlizzi a Punzi. Un tris d’assi molto convincente, a tutela del buon Edoardo Colzani, portiere di un Milan che ad oggi è la miglior difesa del campionato.

Profondo giallorosso Se vi avevamo anticipato che la Roma fosse la protagonista principale di questa formazione, le prove sono tutte in questo reparto. Un centrocampo con ben tre interpreti del Di Bartolomei, legati a doppio filo dall’eleganza che li contraddistingue, nonostante le caratteristiche diverse. In cabina di regia la classe destinata a pochi di Alessandro Romano, forse il miglior regista in questo momento nella città del Tevere. Perché certe cose si avvertono subito, soprattutto quando c’è un feeling immediato con altri compagni, quello immediato, dovuto alle doti a disposizione. Vicino all’italo svizzero difatti sarebbe impensabile escludere Sergej Levak, a comporre la scia internazionale della squadra di Tanrivermis. Il croato è uno dei giocatori più interessanti su tutto il panorama, potenzialmente anche europeo, e di certo il suo arrivo è stato un vero e proprio colpo da 90 per i capitolini. Anche perché di talento non è che ce ne fosse poco prima, considerando l’estro di Mattia Della Rocca, uno dei simboli giallorossi, giunto finalmente anche lui alla firma del contratto da prof, dimostrando di avere una pasta unica. A completare il cerchio c’è Samuel Ardau, lo scudiero più leale al Cagliari, contribuendo in maniera netta all’ottima stagione dei suoi con 8 gol a referto sin qui.

E che bellezza… verrebbe da dire. Il dessert lascia sempre un aroma gradito in bocca, soprattutto in una formazione che ha già fatto abbondantemente il suo in termini di portate. Dare il numero dieci è stata un’impresa, perché tra Giacomo De Pieri e Valerio Gelli la scelta era di quelle beffarde anche solo a sentirla. Però fortunatamente certi tipi di giocatori ci sono ancora, in grado di far emergere la loro qualità sopra ogni cosa. A maggior ragione quando davanti hai un attaccante come Nicolò Tordiglione, mattatore del Bologna, mettendosi sul trono dei bomber di metà stagione.

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