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Carattere e pragmatismo: Punzi e una Lazio a sua immagine e somiglianza

Se è vero che i biancocelesti hanno piegato la Roma peggiore della stagione, è anche vero che il lavoro del tecnico inizia ad essere evidente

05 Marzo 2024

Lazio (Foto ©Leonardo Consoli)

Lazio (Foto ©Leonardo Consoli)

Pronostico ribaltato, defezioni di formazione combattute alla grande, piegata quella che resta comunque la peggior Roma della stagione, tre punti, riscatto dopo la debacle di Bergamo e una lotta playoff intrigante come mai prima. Basterebbero queste due righe per riassumere la domenica della Lazio di Francesco Punzi, ma il lavoro svolto dal mister da inizio stagione ci obbliga ad avanzare qualche considerazione in più. Il derby non è stato bellissimo, anzi, errori tecnici e poca lucidità sono stati i due fattori principali a caratterizzare la sfida, ma se andiamo a sviscerare la stracittadina di temi da toccare ce ne sono molti. 

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Problem solving da 10 e lode

Ne abbiamo parlato anche in fase di cronaca, ma è giusto ribadirlo. Lo scopo di un settore giovanile è proprio quello con cui sta facendo i conti l'Under 18 della Lazio, come poi i pari età della Roma. I 2006 che si affacciano in Primavera sono sempre di più, molti da tempo in pianta stabile con Sanderra e altrettanti si allenano con la prima squadra. Questo non è certamente un aspetto negativo, anzi, è proprio il contrario. Allo stesso tempo, però, lavorare avendo a disposizione 13/14 giocatori non è sicuramente semplice. Punzi se n'è fatto una ragione, iniziando a tirar fuori il meglio dalle risorse a disposizione. Il caso più emblematico sul piano tattico è l'avanzamento di Marinaj da attaccante centrale, lui che è sempre stato un centrocampista e che adesso si sta provando a riadattare per necessità. Con tutte le difficoltà del caso, come naturale che sia, ma anche con una voglia che contro la Roma - sua vittima preferita - ha fatto la differenza.

Lo stesso possiamo dire di Farcomeni, che nel derby della Borghesiana ha interpretato almeno tre ruoli differenti tra centrocampo e attacco, senza mai abbassare l'asticella della qualità tanto da diventare l'MVP della stracittadina. E in tutto questo considerando anche l'assenza di Valerio Gelli alle prese con la febbre.

Grinta, pragmatismo e fame

Tra i tanti aspetti che più si sono apprezzati durante la stracittadina, il modo con cui il tecnico ha guidato i suoi ragazzi è stato senza alcun dubbio quello principale. Sia sul piano tecnico-tattico, sia in termini di atteggiamento. Partendo da quest'ultimo, Punzi non è stato un secondo fermo, vivendo il derby quasi da calciatore. Un modo di stare in panchina che ha fatto da specchio a come la squadra ha poi agito sul prato della Borghesiana. Derby correttissimo, ci mancherebbe, ma lato Lazio la voglia di imporsi era davvero tanta. Ben differente dalle mani sui fianchi e dalle sbuffate che invece sono state sin troppo evidenti lato Roma. Affrontando invece il primo punto, la lettura di Punzi non è stata poi troppo complicata da decifrare: Tanrivermis ha sbagliato tutto quello che si poteva nel sistemare in campo i giallorossi e allo stesso tempo la Lazio ha sfruttato al meglio ogni singola opportunità. Il risultato? Un tiro in porta subito, quello di Almaviva, due gol fatti e la sensazione di poter fare continuamente male, soprattutto sulle corsie, considerando che i due terzini giallorossi si trovavano spesso in inferiorità numerica. Come mai? Semplice: il 4-2-4 che per buona parte del secondo tempo ha proposto la Roma non forniva alcuna soluzione offensiva, con Nardozi & Co. a pestarsi continuamente i piedi, mentre il centrocampo faticava di continuo nel contenere le ripartenze laziali. 

E ora dodici partite per la via maestra

Il derby vinto, adesso, non deve diventare motivo di appagamento, anzi. La bagarre in vetta al girone non consente - e non consentirà - troppi passi falsi. Dal 1° posto, occupato dall'Inter 41 punti, all'8° dell'Empoli con 33, passano appena 8 lunghezze. E mica tutti andranno ai playoff. Playoff che ora sono alla portata dei biancocelesti, un obiettivo stabilito a inizio stagione ma che in determinati tratti del campionato ha rischiato di vedersi compromesso. Le 12 giornate che mancano da qui alla fine della regular season ci diranno di più su quale potrà essere la stagione della Lazio, con il pallone che da qui in avanti inizierà a pesare sempre di più. Con questo carattere, però, niente deve far paura.

 

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