fase nazionale

Vigor Perconti: tanto è stato fatto, serve ancora molto

La formazione di Andrea Persia si gioca domani il primo match point per la finale. Ecco come ci è arrivata, e come può proseguire

Ha fatto dell’aggressività una virtù la Vigor Perconti di Andrea Persia. Non una squadra cattiva, fallosa. Una squadra che incarna il senso stretto in ambito calcistico del concetto di aggressività. Aggressività nell’imporre il ritmo, aggressività nel mantenerlo. Il contrario del gioco della formazione blaugrana è l’attesa, tanto per intenderci. La Vigor Perconti per vincere ha bisogno di condurre la gara. Non bada all’avversario: ha l’impostazione di attaccare, aggredire. Se il piano riesce, l’avversario di turno ha davvero poche possibilità di riuscita. Lo abbiamo visto in un campionato intero, lo abbiamo visto anche in finale. Contro una squadra come il Tor di Quinto che sa reggere perfettamente l’urto, i blaugrana non hanno mai smesso di far correre di più il pallone e le gambe rispetto agli avversari. Gli ultimi 20’ di gioco furono contrassegnati poi da un calo fisico evidente, soprattutto in mezzo al campo, ed il team di Vergari rialzò la testa sfiorando il colpo del ko. Questa è l’unica controindicazione del gioco blaugrana: il rischio di andare in riserva in anticipo rispetto agli altri. Per mantenere quindi alta l’aggressività bisogno muoversi tutti secondo alcune dinamiche precise e, soprattutto, è necessario lo sforzo collettivo di tutti. Non è un tipo di calcio, quello di Andrea Persia, che permette l’apatia (ammesso che ci sia un allenatore al mondo che possa tollerarla) E’ questo il segreto del successo, fin qui netto, della Vigor Perconti. Questo si può notare dalle caratteristiche dei giocatori che il tecnico blaugrana ha a disposizione e di come queste, fin qui, siano state messe a disposizione della squadra e, quindi, dell’obiettivo. In maniera ancor migliore lo si può apprezzare guardando quella che per alcuni giocatori è stata una sorta di metamorfosi. Il caso più interessante è sicuramente quello di Renato Perozzi. Sin dai tempi del Tor di Quinto, l’esterno blaugrana era riconosciuto per dribbling e senso del gol. In questa stagione ha cambiato modo di giocare. Ha forse inventato e segnato meno, ma ha sicuramente aiutato la squadra a vincere il titolo ed i primi due turni dei play off nazionali. Perozzi ha iniziato recuperare palla, ad andare a prendere il pallone piuttosto che attendere di riceverlo. Castellini (appena convocato da Bencivenga per il TDR) e Barbini sono i giocatori più adatti per supportare un terzetto di trequartisti (e contro il Cerignola Fratini è in forse) altrettanto bravi comunque nell’aiutare in fase di ripiegamento, ma tutti con ovvie e spiccate doti offensive. Barbarisi è un esterno capace di andare in doppia cifra (ed ha già timbrato contro l’Atletico Gallo) Igliozzi l’abbiamo addirittura visto giocare come regista. Questa squadra ha fatto fin qui tanto, giocando in questa maniera. Ma c’è ancora molto da fare, perché l’obiettivo è vicino, vicinissimo. Contro l’Audace Cerignola serve tirar fuori tutto questo, compattandosi per 90 minuti ed aggredendo, ancora una volta, l’avversario. 

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