L'intervista

Davide Guida: "Tor Tre Teste pazza, ma di qualità"

Il tecnico della formazione di via Candiani fa il punto sulla stagione vissuta fin qui tra pregi e difetti

L’allenatore della Nuova Tor Tre Teste, Davide Guida, ha parlato della situazione della sua squadra. La formazione che milita nel campionato Juniores Elite, reduce dal successo contro il Fiano Romano, è quinta in classifica e adesso è chiamata ad affrontare in trasferta il Montespaccato.

Come giudica la situazione della sua squadra? “Diciamo che siamo una squadra un po’ pazza, nel senso che è una formazione che ha un’indubbia qualità tecnica e fisica sicuramente, ma ci siamo trovati nella prima parte della stagione soprattutto a pulire un po’ su questi ragazzi le scorie negative delle annate precedenti: sia per quanto riguarda i 98, sia i 99 che per vari motivi venivano da due annate un po’ complicate. E nel campionato l’aspetto psicologico e di condizione sono la base per stare bene, mi permetto di dirlo perché credo di avere un po’ di esperienza in questo campionato. Quindi diciamo che il nostro percorso di crescita a livello tecnico e tattico è sempre stato continuo e in alto e su queste dieci partite abbiamo avuto tre sconfitte, una con la Boreale alla prima, una con la Vigor alla quinta e una due settimane fa con l’Accademia, che bene o male sono arrivate sempre per gli stessi motivi: non per la prestazione, ma perché, ed è questo il nostro difetto del momento, quando nella partita si alza il tono agonistico della gara stessa noi abbassiamo la nostra qualità"

Con il termine ‘pazza’ intende anche a livello di rendimento? “No, perché alla fine la classifica è buona, nel senso che il girone è complicato, perché è abbastanza equilibrato rispetto al girone B che mi sembra qualitativamente al ribasso. Qui da noi siamo le solite cinque - sei squadre più le sorprese Settebagni e Civitavecchia che si sono inserite nel novero di chi vuole provare ad andare a fare le finali; noi in questo momento siamo un gradino sotto e alla fine rispecchia ciò che abbiamo fatto ovvero due pareggi, cinque vittorie e tre sconfitte, quindi siamo lì al quinto posto in un gruppetto di squadre, e come ho detto ai ragazzi è fondamentale fare punti in quest’ultima fase che ci porterà poi alla sosta di Natale. Perché facendo bene in questi venti giorni, possiamo fare un piccolo sprint: visto che rispetto alle altre noi abbiamo già fatto tutti gli scontri diretti, tranne il Settebagni che riceveremo fra tre settimane, e quindi abbiamo la possibilità di cercare di fare un bel filotto come abbiamo fatto prima della sconfitta con l’Accademia. Ovviamente quando dico ‘pazza’ non parlo di rendimento ma mi lego sempre a ciò che ho detto prima, ovvero alla capacità di una squadra che può comandare la partita, ma se si alza il tono agonistico della stessa o magari si crea una difficoltà, cioè prendere un gol anche fortunoso come può succedere nel calcio, ecco in quel momento dobbiamo avere la capacità di rimanere fermi sulle nostre qualità, invece di far scendere ciò che sappiamo fare”.

Arrivate dal successo contro il Fiano Romano: come commenta la prestazione dei suoi ragazzi? “Le prestazioni sono sempre state positive, è una squadra che fortunatamente gioca come piace a me, comanda la partita, imposta, fa il suo gioco in casa e in trasferta. Se abbiamo un difetto tecnico è che siamo molto belli fino ai settanta metri, poi ci manca qualcosa in più negli ultimi quindici che a volte può voler dire anche calciare da fuori o fare una giocata meno bella ma più concreta. Quindi questo è il difetto tecnico, in questo momento, della squadra. Per quanto riguarda la prestazione aldilà del Fiano Romano, è stata buona, ma lo stesso anche con l’Accademia la settimana prima. Nel primo tempo la squadra ha letteralmente dominato la partita, andando in vantaggio 1-0, poi si ritrova sotto 2-1 a fine primo tempo, mettiamoci anche la prestazione arbitrale, di cui non voglio parlare, però in quel contesto è innegabile segnalare un paio di scelte un po’ dubbie; ma nonostante questo una squadra che va a casa dell’Accademia comanda la partita per tutto il primo tempo e va in vantaggio, anche se può esserci una difficoltà dettata da un evento, in quel caso nel secondo tempo per esempio siamo usciti dal campo e questo non deve accadere. Quando dico pazza parlo in questo senso, dobbiamo avere la capacità anche quando ci dono delle difficoltà di rimanere fermi sulle nostre qualità. Se riusciamo a capire questo la squadra può fare delle grandi cose, ma ne sono convinto perché ogni squadra ha il suo tempo di crescita. Ce ne sono alcune che passano subito, altre che si rendono conto della loro forza cammin facendo, quindi questa formazione evidentemente ha bisogno di consolidare le sue qualità credendoci sempre di più. Però la cosa più bella di questa squadra è che è veramente un ottimo gruppo e se abbiamo ciò è già un grande successo”.

Adesso vi aspetta la sfida contro il Montespaccato: che partita sarà? “Mi sono informato, lo faccio su tutte le squadre, è ovvio che andiamo sempre in trasferta per fare risultato. Per noi questo periodo, come ho detto ai ragazzi, è fondamentale fino al 17 dicembre che è l’ultima partita prima della sosta, poi ci sarà l’ultima del girone di andata alla ripresa. Quindi abbiamo queste cinque partite che sono fondamentali, se vogliamo rimanere attaccati al novero delle squadre di testa e soprattutto approfittare di qualche passo falso, perché ci saranno degli scontri diretti già da questo sabato, i ragazzi sanno che la partita con il Montespaccato è molto importante. Ovviamente il girone insegna che non c’è nessun tipo di partita facile, si possono rendere facili, però sulla carta si parte tutti giustamente da 0-0. E il Montespaccato è una formazione giovane, so che hanno un gruppo giovane con un nuovo ciclo. E probabilmente qualche difficoltà l’hanno creata, ma conosco il loro tecnico, che è molto bravo e lavora bene sul campo e sicuramente ha bisogno anche lui di un po’ di tempo per dargli un'organizzazione. Questo però non vuol dire nulla, perché giocano in casa, il loro campo è sempre molto caldo, dove per portare via i punti bisogna fare una grande prestazione. Noi abbiamo l’esigenza di vincere sabato e ne siamo convinti, e dobbiamo andare per fare risultato. Poi se il campo dirà che ce lo meritiamo usciremo con i tre punti, ma sono sicuro che il Montespaccato ci darà molto filo da torcere”.

A inizio campionato vi sarete posti un obiettivo, quindi le chiedo se da quel momento a oggi sia cambiato e qual è? “Il campionato Juniores spesso viene lasciato a desiderare un po’ da tutti. Forse a volte anche dall’ambiente stesso, parlo in generale, e avendo esperienza in questo campionato, posso dire che è poco considerato rispetto alle altre categorie. Forse anche giustamente. Però andando invece nel nostro, dico ai ragazzi che non devono smettere mai di crederci perché l’occasione è sempre dietro l’angolo e può capitare quando meno te l’aspetti. Quindi partendo da questo aspetto, ho detto loro, soprattutto per i ’98, che saranno probabilmente all’ultimo anno con la Tor Tre Teste per ovvi motivi di tesseramento, che sarebbe bello poter lasciare questa società con qualcosa di costruito. Quindi noi siamo partiti dicendoci di crescere, di guardarci in faccia e di arrivare alla fine della stagione e dire ‘abbiamo fatto il massimo per raggiungere il nostro obiettivo’. Questa secondo me è la cosa più importante. È ovvio che ci sono state e ci saranno delle cadute, speriamo il meno possibile, perché fanno parte del periodo di crescita di una squadra, però è una formazione composta da ragazzi seri. E non è facile trovare un gruppo di tale serietà e professionalità. Per me è veramente un onore allenarli, perché pur avendo una discreta esperienza ormai, non mi sono mai ritrovato ad avere una squadra con una tale professionalità in tutti gli aspetti sia di campo che al di fuori. E quindi mi trovo a stare con loro al 100% e spero veramente di poter raggiungere l’obiettivo che ci siamo detti tra le nostre quattro mura. È difficile e complicato, perché a differenza degli altri anni, il girone oltre a essere equilibrato per la composizione lo è anche a livello qualitativo, perché spesso affrontiamo formazioni che avendo una prima squadra facilitano l’inserimento di due fuori quota, cosa che noi non possiamo utilizzare e ovviamente in molti casi sposta l’equilibrio delle partite. Dunque la nostra è un’ulteriore difficoltà, ma di contro abbiamo una squadra che gioca un bellissimo calcio, a mio modo di vedere, che però deve imparare a diventare grande. Se capiamo il più presto possibile che oltre a essere belli possiamo diventare anche a volte un po’ più cattivi nei momenti decisivi, avremo un’ulteriore crescita e magari riusciremo a raggiungere quell’obiettivo che ci siamo prefissati”.

La squadra quindi manca di pragmatismo? “Più che pragmatismo, siamo molto belli per tutti i settanta metri nel costruire gioco, nel farlo e arrivare ai quindici metri, poi bisogna far gol. Il modo in cui lo si fa a volte è indifferente, perché vale sempre uno e quindi dobbiamo capire che in alcune partite si hanno tre o quattro occasioni e bisogna essere cinici e buttarla dentro. Se capiamo questo, possiamo fare dei passi in avanti in maniera ancora più veloce. Per noi questo periodo di fine novembre e metà dicembre è un bel banco di prova, è un bell'esame per capire se vogliamo diventare grandi e questa è l’unica cosa che ci manca: cioè capire che la concretezza e il cinismo in una squadra e in determinati momenti della partita è fondamentale. Perché per il resto abbiamo tutte le qualità a nostra disposizione per fare bene, è ovvio, come ho detto, che forse abbiamo un po’ di carenza negli ultimi quindici metri ed è un aspetto su cui stiamo lavorando. Visto che a volte bisogna capire di essere meno belli e più pratici. Però tutto ciò è facilitato da un gruppo molto professionale, disponibile, educato e soprattutto fatto di bravi ragazzi e parlo dei comportamenti”.

C’è rispetto. “A volte nel calcio quando di un giocatore si dice che è un bravo ragazzo in realtà non è un buon segno. Invece il mio dire ‘bravi ragazzi’ nei confronti del gruppo è legato al fatto che c’è rispetto fra di loro, dello staff, delle scelte dell’allenatore che è una delle cose più difficili. Questo perché ho la fortuna aldilà di un po’ di emergenza per infortuni traumatici che abbiamo avuto nel mese di ottobre, dovuti a scontri di gioco che possono accadere, da venti giorni a questa parte mi trovo il giovedì in difficoltà con una rosa di ventuno calciatori a doverne portare diciotto. E per un allenatore è un momento molto complicato, perché sa di dover lasciare a casa dei ragazzi che si sono allenati in egual modo bene ed è costretto a fare delle scelte, che si fanno sempre per il bene della squadra. Perché poi un allenatore ragiona nelle variabili che possono accadere all’interno di una partita e ovviamente, e sarebbe anormale il contrario, capita che chi rimane fuori ci possa restare male, ma io non ho mai avuto un problema con nessun ragazzo. Anzi coloro che stanno fuori li ritrovo il lunedì più arrabbiati sportivamente di prima, e chi resta fuori mi chiede di poter venire a fare eventualmente l’assistente il sabato. Quindi aver raggiunto già questo obiettivo a novembre quasi dicembre vuol dire che da chiunque metterò sempre in campo avrò il massimo e allora va già molto bene così, poi su qualsiasi altro tipo di difetto tecnico o tattico ci possiamo lavorare e lo risolviamo senza dubbio”.

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