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Falasche, Cesarini amaro: “Pagato il timore iniziale”

Il tecnico biancoverde si esprime al termine della gara persa con l’Accademia, costata l’eliminazione dai playoff

20 Aprile 2017

Cesarini (©Lori)

Cesarini (©Lori)

Cesarini (©Lori)

Rammarico e amarezza. Sono queste le uniche sensazioni dopo il triplice fischio del primo turno di playoff in casa Falasche, eliminato per mano dell’Accademia, a cui è bastato il quarto d’ora iniziale per avere la meglio sui biancoverdi. Sotto di due gol e in inferiorità numerica, i ragazzi di Cesarini hanno provato a ribaltare con il cuore le sorti di una gara che sembrava già scritta, e che invece è rimasta in discussione fino alla fine: “Abbiamo avuto 15 minuti iniziali di blackout, siamo scesi in campo un po’ timorosi, cosa che ci è successa troppo spesso quest’anno – spiega il tecnico del Falasche – Dopo aver preso i due gol abbiamo reagito bene, il secondo tempo è stato giocato solo da noi nonostante l’inferiorità numerica. Se Della Santa fosse riuscito a fare il secondo gol, credo che saremmo potuti andare via con la vittoria, perché gli avversari non ne avevano più. Il rammarico è questo, noi abbiamo disputato una grande partita, contro una bella squadra, ma se i ragazzi ci avessero creduto un pizzico di più sin dall’inizio, saremmo andati noi ad affrontare il Tor di Quinto. Alla fine comunque ho ringraziato tutta la squadra, mi ha soddisfatto perché ha giocato con tantissimo cuore, come ho sempre chiesto di fare. Rimarrà un’annata oltremodo bellissima”. Tanta rabbia, invece, quella espressa da Cesarini riguardo al comportamento arbitrale, soprattutto per il rosso sventolato a Severa nei primi minuti di gara: “Dopo un quarto d’ora e con il punteggio già sul 2-0, un arbitro che dirige gare di categorie superiori, come sostenuto dallo stesso, doveva capire certe cose. Se il nostro giocatore gli ha mancato di rispetto, il rosso ci sta, ma lui non si può rivolgere ad un nostro ragazzo in panchina come fatto durante la partita. Lo stesso rispetto che lui esigeva, avrebbe dovuto portarlo nei nostri confronti. Mi auguro di non incontrarlo più sui campi, perché certe persone non meritano rispetto veramente.


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