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l'editoriale
02 Maggio 2017
Fabrizio Tafani, Lorenzo Basili e Massimo Testa © Paolo Lori
È stata diversa. Una vittoria che va oltre il risultato sportivo, oltre l’albo d’oro della categoria più amata dal patron Massimo. Martedì il Tor di Quinto non ha superato la Vigor Perconti nella finalissima Juniores. O meglio, non solo: martedì il Tor di Quinto ha sconfi tto il destino. Lo stesso destino che cinque anni fa ha tentato di metterlo in ginocchio, privandoci con crudeltà inumana del giovane Paolo. “È tutto fi nito” era la frase che riecheggiava ricorrente nei corridoi ovattati del calcio laziale. Senza di Lui e con Massimo affranto nel cuore e nell’anima, sprofondare nell’oblio sarebbe stato semplice, scontato e comprensibile. Perdere un uomo e un tecnico di così alto spessore avrebbe affossato chiunque.
I calci di rigore di Tivoli sono l’ultima perfetta istantanea di una partita che ha avuto inizio quel tragico gennaio. L’addio a Paolo ha squarciato il club e sono arrivati momenti bui che solo uomini con un grande cuore potevano superare. Così scorrono davanti a noi i volti di Marco Moretti, Giulio Pezzali, Daniele Quadrelli, Fabio Di Marco e tutti quei tecnici che hanno scelto di restare al fianco del loro presidente quando la sfi da sembrava ormai persa. Pensiamo a Fabrizio Tafani e a quella promessa che per anni lo ha tormentato e che finalmente è riuscito a mantenere. Pensiamo al Massimo Testa padre e all’umanità che è stato costretto a svelare ai nostri occhi in un momento tanto duro, così lontana dalle sue provocazioni dialettiche dietro le quali troppo spesso l’ha celata. Pensiamo a tutte quelle persone, dirigenti, calciatori e amici che hanno scelto Tor di Quinto senza curarsi delle difficoltà a cui andavano incontro.
Lungo l’argine del Tevere che accarezza il “Vittorio Testa” in questi cinque anni e mezzo abbiamo osservato scorrere
molta acqua e passare tante persone. Due in particolare hanno comprensibilmente catturato la nostra
attenzione. Giampiero Guarracino, allontanato dal dolore e tornato per amore, e Lorenzo Basili, che il tempo in queste stagioni ha plasmato da adolescente a giovane adulto. Non è un caso, non può esserlo, se il titolo Juniores è tornato a splendere nella bacheca di via del Baiardo questa stagione, con il primo tornato dietro la “sua” scrivania e il secondo seduto sulla “sua” panchina. Virgilio, il più grande poeta della storia di Roma, amava sottolineare come “il destino trova sempre la sua strada”. Stavolta però, mi piace pensare che la giusta via gli sia stata suggerita da chi osserva dal cielo. Ne sono certo.
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