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Storia di un gregario di lusso: Gianluca Libertini

Nel Tor di Quinto tricolore c'è una storia da raccontare, quella del trequartista ex Ottavia, partito a fari spenti e decisivo nella finale di Firenze

27 Giugno 2017

Libertini esulta a Firenze (©Lori)

Libertini esulta a Firenze (©Lori)

Libertini esulta a Firenze (©Lori)

In una squadra costruita per vincere, ritagliarsi il proprio spazio può a volte diventare difficile. Soprattuto se sei uno degli ultimi arrivati e devi confrontarti con un gruppo collaudato in grandissima percentuale. Ci vuole spirito di sacrificio abbinato a quelle qualità che ti hanno permesso di arrivare in uno dei club più prestigiosi della Capitale e del Lazio. Il Tor di Quinto, così come la Vigor Perconti e poche altre, è un simbolo nella categoria Juniores, e con il suo sesto scudetto ha ribadito la sua volontà di tornare ad essere la più forte. Anzi, l'ha letteralmente dimostrato. La stagione è ormai in archivio ed anche in via del Baiardo si sta iniziando a progettare la Juniores che verrà. I tanti classe '98 non potranno giocare nel campionato che li ha visti tingersi di tricolore e sarà quindi necessaria una nuova iniezione di giocatori, oltre alla "promozione" di chi sarà invece perfettamente in età di lega. Uno di questi, se il mercato non dovesse portarlo da qualche altre parte, è sicuramente Gianluca Libertini, entrato a fari spenti e poi risultato decisivo nella finale di Firenze contro il Fenegrò. 

La regular season

Non possiamo dire se per sue difficoltà o se per scelta tecnica, ma sicuramente Gianluca ha dovuto sgomitare non poco per trovare una maglia da titolare. Anzi, praticamente non l'ha trovata. Nelle sue 21 presenze stagionali  solamente in 6 occasioni è partito dal primo minuto e solamente in 2 di questi match ha chiuso la gara al 90'. In uno di questi (Tor di Quinto - Vis Artena 7-0) ha trovato anche il gol, per il 6-0, mentre nell'altra, sempre in casa contro il Sermoneta, è rimasto a secco. Di gol nella regular season ne ha messi a segno 10 con una sola doppietta e trovando per 4 volte la rete partendo dall'inizio. Con i suoi 749 minuti giocati ha dunque fatto registrare una media di un gol ogni 74 minuti abbondanti. 


Fasi finali e "rinascita"

E' però con la corsa scudetto che Gianluca scala le gerarchie del Tor di Quinto, diventando uno dei pupilli di Basili. Tecnico che, per inciso, l'ha tenuto fuori solamente nell'ultima di campionato, ininfluente, a Falasche e nella Libertini in azione ©Lorisemifinale con l'Accademia. Contro la Perconti in finale è subentrato al 37' della ripresa per Acanfora, trasformando anche uno dei rigori (il terzo) che poi hanno regalato ai rossoblu il titolo regionale. Contro la Ferrini, in Sardegna, ha sfoderato la sua miglior prestazione stagionale, segnando 4 volte in 61 minuti e consegnando al Tor di Quinto il pass per i quarti di finale. Al ritorno ha poi giocato per 82' senza segnare. Nel complesso della corsa tricolore ha giocato per 298 minuti con un solo subentro dalla panchina, contro la Renato Curi nel match giocato in Abruzzo. La sublimazione del suo impegno e della sua dedizione alla causa rossoblu è però arrivata al 25' della ripresa del match contro il Fenegrò, quando si è fatto trovare pronto sull'errore di Pisani (portiere dei lombardi) mettendo dentro il gol del momentaneo 4-3, che ha di fatto regalato lo scudetto al Tor di Quinto. Il resto è esultanze a perdifiato e una medaglia al collo, elementi che lo portano ad essere un punto di riferimento sul quale poter costruire il Tor di Quinto del futuro, in una stagione in cui, dopo il ritorno in grande stile, servirà la conferma di una nobiltà ritrovata a tutti gli effetti. Da gregario (di lusso) a "chioccia" per i 2000 e per i volti nuovi in maglia rossoblu. Questa, in un anno, la storia di Gianluca Libertini 

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