l'analisi/1
Una Juniores a due velocità: la frenata dei Nazionali
I due rami che portano al tricolore nell'Under 19 del Lazio vivono momenti differenti: cosa li distingue
"Siete venuti a vincere anche quest'anno?" Questo, in modo più o meno scherzoso, si sono sentiti dire alcuni sostenitori del Tor di Quinto all'interno del Bozzi poco prima della finale contro la Lastrigiana. Finale poi persa, come sappiamo, ma pur sempre raggiunta per la quinta volta consecutiva, l'ottava negli ultimi dieci anni, da una formazione laziale. Che poi il numero delle squadre si sia ridotto a due (Perconti, ed appunto il club di via del Baiardo) è un particolare tutto interno del nostro calcio del quale ci siamo già occupati (qui) ciò che invece salta all'occhio aumentando il raggio dell'analisi è la differente conquista dell'ultimo atto con le formazioni targate "Serie D".
Ostiamare punto massimo
La formazione di Carboni ha avuto un rendimento quasi da mosca bianca, analizzando gli ultimi trascorsi. I biancoviola si sono fermati ai quarti di finale contro la Recanatese, perdendo con onore ai rigori contro la squadra che poi ha trovato lo scudetto contro il Seregno (anche qui dopo i tiri dal dischetto). Quanto raggiunto dai lidensi è il punto più alto dal 2015 quando, forse anche un po' a sorpresa, il San Cesareo vinse il titolo. L'exploit dei rossoblù arrivò dopo altri tre anni dal titolo del Città di Marino, che scalzò dal tetto d'Italia il Fidene (2011). Uniche due squadre insieme a quella allenata allora da Coscia a vincere il titolo (nelle ultime 18 edizioni). In mezzo, la finale persa dalla Lupa Frascati contro il Mezzocorona (2013). Come si può notare, balza subito all'occhio il fatto che tutte queste società siano fallite e scomparse dalla geografia del nostro calcio. Il Fidene è risorto da poco (Prima Categoria dopo l'intermezzo Vis Fidenus), a Marino detta legge la Lepanto, mentre a San Cesareo troviamo lo Sporting ad averne preso il posto, con la Lupa che è da poco stata rifondata, ma giocherà comunque in Promozione e con un settore giovanile completamente da rilanciare. La D, nel Lazio, sembra quindi cosa per pochi e di riflesso avere un Under 19 di livello diventa difficoltoso, spesso. Ed il risultato si vede nel confronto con le squadre delle altre regioni. Il Trastevere ha vinto per tre anni di fila il girone, per poi uscire sempre al primo turno (quest'anno proprio contro l'Ostiamare). L' Albalonga, che quest'anno ha perso la finale interna, era reduce da un'eliminazione contro la Torres al primo turno e così via, con tante società che non solo non trovano la svolta nel finale di stagione, ma nella maggior parte dei casi annaspano con pochi punti in classifica, rendendo poco competitiva anche la corsa delle altre. Il format proposto (con 13 squadre in un girone di cui una fuori classifica quest'anno) di certo non aiuta, ma alla base c'è poca sostanza. La gran parte dei ragazzi che giocano nel campionato di competenza, faticano a trovare spazio (reale) in prima squadra. L'Ostiamare in questo è quella che mette dentro il punteggio maggiore, ma appare più come una scelta di necessità-virtù piuttosto che un'ipotesi realmente studiata a tavolino. Questo pregiudica il cammino delle Juniores a livello nazionale. Molto spesso infatti i giocatori che si trovano a sfidare nella seconda fase del campionato hanno più presenze di loro in prima squadra e questo ne facilità il superamento dell'ostacolo tra pari grado.
Tendenza opposta
Completamente differente è invece il cammino degli "under" nelle società "Dilettanti e di puro settore giovanile", così definite dalla Federazione. Nel Lazio vengono appositamente costruite squadre Juniores, con l'occhio all'Eccellenza o alla Promozione di turno, che viene strizzato a seconda delle esigenze. La regola di schierare determinati giovani in prima squadra costringe ogni singolo club ad avere in rosa dei giovani pronti all'uso e spesso questi fanno parte di un circuito parallelo che viene a contatto con la Juniores pura e semplice solo in caso di necessità, e non il contrario. Il fatto poi che a guidare il ranking laziale ci siano due club che sulla prima squadra investono davvero poco (il Tor di Quinto ad esempio è alla seconda retrocessione consecutiva e l'anno prossimo giocherà in Seconda Categoria) lascia pensare. E' possibile che chi debba avere dei giovani pronti per un campionato, all'apparenza, più complicato (la D) non riesca a mettere insieme una formazione che sappia battersi fino in fondo contro altre realtà? E perché ad un livello ipoteticamente più basso questo avviene? La risposta più facile da dare è un discorso riguardo all'opportunità e alla progettualità insieme vincolate. Buona parte delle realtà di D ha un settore giovanile in crescita, o a livelli di risultati molto alti, che non sfocia poi in prima squadra, mentre le società di puro settore giovanile o con una prima squadra ad un livello più basso riescono ad attrarre più ragazzi invogliandoli con la possibilità di vincere (o quantomeno di lottare per qualcosa di concreto). Un sistema sul quale continueremo ad indagare, analizzando chi, quando e perché ha vestito questa o quella maglia e fino a che punto è potuto arrivare.