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Bruno Di Francesco: "Non ho mai colpito nessun ragazzo"

Il dirigente accompagnatore del Pro Roma è stato squalificato per un mese. Il racconto di quei momenti e il grande rammarico per una "svista" che è gli è costata cara.

25 Gennaio 2019

Bruno Di Francesco ©Facebook

Bruno Di Francesco ©Facebook

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Durante l'incontro dello scorso 5 gennaio, Pro Roma - Torre Angela, c'è stato un momento di tensione che è costato al dirigente giallorosso Bruno Di Francesco un mese di squalifica per aver colpito con un pugno un giocatore avversario.  Descrizione che ci ha colpito per due motivi: 1) la pena inflitta;  2) i soggetti coinvolti. Uno di questo, appunto Di Francesco, dopo un periodo di silenzio ed amarezza, ha deciso di raccontare la sua versione dei fatti. Quella decisione del giudice gli ha fatto male, come uomo e como sportivo, perché lui nel calcio regionale ha un nome conosciuto e quindi la mentalità è quella di vedere lo sport come un mezzo a fini sociali e non altro. La sua è una testimonianza in prima persona, suffragata poi dalla vicinanza del presidente giallorosso Pascucci. 


Bruno Di Francesco "Tutto è successo dopo un fallo in area, per il quale l'arbitro non ci ha fischiato un calcio di rigore ed un giocatore del Pro Roma che era in panchina ha lanciato il pallone in campo. Io sono andato per prendere il pallone e tutti credevano che fossi stato io a lanciarlo, al che mi sono venuti tutti addosso. L'arbitro non ha visto nulla perché era dentro l'area. Il giocatore del Torre Angela ha visto che mi sono alzato e pensava che fossi stato io a lanciare il pallone, invece io mi sono alzato per dire al mio giocatore 'che cosa stai facendo?' Ed ho schivato 4-5 pugni. Poi sono andato incontro a questo ragazzo chiedendogli di farla finita. Ho 49 anni non mi vado a rovinare per un ragazzo di 17 anni. Mentre gli andavo incontro l'ho visto a terra. Dopo sono venuto a sapere che era stato colpito e tutti se la sono presa con me proprio perché c'era un circoletto intorno a me. Poi l'arbitro mi ha allontanato. Ho chiesto spiegazioni e lui mi ha risposto 'Lei sa quello che ha fatto' Ma io non ho fatto niente. Io mi sono allontanato tranquillamente e poi al termine della gara ho chiesto nuove spiegazioni all'arbitro che mi ha risposto come al momento dell'espulsione. Io non ho fatto niente, se avessi fatto qualcosa, avrei portato i segni sulla mano. Poi alla fine mi sono trovato questa squalifica di un mese. ma io mi domando: ma se avessi dato un pugno ad un giocatore, avrei dovuto prendere solo un mese? Sarei stato da sbattere fuori per sempre. Questa squalifica mi ha molto colpito e dispiaciuto, io non sono proprio il tipo di colpire un ragazzo. La mia famiglia tra l'altro fa storicamente parte del calcio laziale. Mio zio Mario era propietario del Collatino, l'organizzatore del famoso torneo Superga. Questo per far capire con quale mentalità sono cresciuto. Intanto la società ha sospeso a tempo inditerminato i due ragazzi (quello che ha lanciato il pallone e poi chi ha colpito l'avversario ndr)


Fabrizio Pascucci Ulteriori ragguagli su quanto accaduto, in campo e al termine della partita in settimana, ce li ha dati il presidente, ed allenatore, del Pro Roma "Quello che dice il nostro dirigente è tutto vero. Ho sospeso i ragazzi coinvolti in questa cosa. Lui ci è rimasto malissimo e mi ha chiesto di fare qualcosa in merito alla squalifica. E' andato in mezzo al campo per andare a riprendere il pallone ed un ragazzo invece ha calciato questo pallone che è andato a colpire i due operatori di primo soccorso che abbiamo sempre al campo. L'arbitro si è trovato in mezzo a questo circoletto ed è andato in confusione, attribuendo a Di Francesco ciò che in realtà non aveva fatto. Io ho chiamato il Torre Angela per chiedere scusa e far capire che persona è Di Francesco e come sono andate davvero le cose. Tramite la società siamo entrati in contatto anche con la famiglia per risolvere questa questione". 

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