L'INTERVISTA

Boccalini e quell'istinto del goal: "L'allenamento è tutto"

Il rapace d'area della Fonte Meravigliosa si racconta a tutto tondo in un momento della stagione che lo vede capocannoniere

Intelligenza, possenza, prestanza fisica, fiuto del goal, ma anche una sana vena di egoismo attutato solo se per il bene dei compagni. Queste sono solo alcune delle qualità che un attaccante per macinare reti deve possedere nel fantastico gioco del calcio. Un rapace d'area si distingue infatti per il suo cinismo in una zona cruciale del campo, ovvero quella sotto la tanto agognata rete avversaria, quella che raggiungi magari dopo un'azione portata avanti in modo chirurgico o dopo una corsa estenuante, mitigata solo dall'adrenalina che pompa nelle vene quando sai di poter regalare una gioia enorme a te e ai compagni di squadra come quella del goal. Una zona nella quale la precisione è tutto e dove quindi non puoi far altro che avere i nervi saldi e voler vedere gonfiare la rete con tutto te stesso. Ne sa qualcosa Damiano Boccalini, il bomber della Fonte Meravigliosa che attualmente si trova in vetta alla classifica marcatori non solo del Girone, ma di tutta la categoria: 23 le reti messe a segno in 22 partite giocate, media realizzativa di 1,04 goal a partita, 5 doppiette e due triplette. Sono questi i numeri dell'attaccante gialloblu che sta stupendo tutti partita dopo partita e che così commenta: "Il mio segreto? Dare il massimo in allenamento, perché soltanto lavorando sodo si possono ottenere dei risultati. Per me il calcio, come tutte le cose della vita, ha bisogno di un approccio professionale. In questo mi ispiro molto a Cristiano Ronaldo, che per me è un esempio da seguire in termini di professionalità, ma non solo. Lui esattamente come me è un perfezionista e, soprattutto, pensa solo a una cosa: Vincere. La mentalità vincente è importantissima e io ce l'ho da sempre. Sin da quando ero bambino ho sempre pensato a vincere, in qualsiasi cosa. Anche quando all'Oratorio San Filippo Neri della Garbatella muovevo i primi passi in questo sport giocando le partitelle con gli amici io volevo sempre e solo una cosa, ovvero la vittoria". Ha poi continuato: "Sui grandi risultati che sto ottenendo quest'anno comunque si vede l'ottimo lavoro che il mister e il prof Lorenzo Corsi stanno facendo con me e con la squadra. Loro stanno insistendo molto sulla mia testa. Da sempre mi reputo infatti una testa calda, ma loro sanno come prendermi svegliando in me l'istinto del goal. Il mister ad esempio quando in allenamento facciamo le partitelle, arbitrate da lui, tende sempre a fischiarmi tutto contro così da mettermi in difficoltà e spronarmi a fare del mio meglio. Non solo, lui stesso mi ripete allo sfinimento di dare sempre il massimo quando ci alleniamo perché così i frutti si vedono in partita. Fin'ora non posso assolutamente dargli torto e anzi, devo dire che nessuno ha mai lavorato sulla mia mentalità come lui e il prof, i quali devo ringraziare calorosamente. Devo comunque molto anche ad un un allenatore che mi ha allenato 4 anni in passato, ovvero 2 quando vestivo la maglia del Tre Fontane e 2 quando ero in forze con l'Almas. Sto parlando di Marco Bernardini, ora tecnico della Vigor Perconti, al quale sono molto legato poiché mi ha insegnato molto su questo sport".  Ha infine concluso commentando il periodo della Fonte Meravigliosa: "Al momento siamo sesti e devo dire che nessuno se lo aspettava a inizio stagione. Stiamo giocando tutti molto bene e siamo un buon gruppo. Il gruppo è importante, amo questo sport perché è di squadra e si vince e si soffre tutti insieme. Peccato per il pareggio con il Latina Scalo Sermoneta, viziato forse da una condizione climatica non proprio ottimale. Ora testa alla difficile partita contro la Lodigiani. La miglior gara della squadra fin'ora? Quella della rimonta da 3-0 a 3-4 contro la Virtus Nettuno".

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