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l'intervista

Feroce guarda al futuro "Obiettivo prima squadra"

Dopo la vittoria dello scudetto ha lasciato la Romulea. Ha voglia di rimettersi in gioco con una panchina tra "i grandi"

12 Luglio 2019

Fabizio Feroce ©Lori

Fabizio Feroce ©Lori

Fabizio Feroce ©Lori

Ha lasciato da vincitore indiscusso, nel migliore dei modi, conquistando uno scudetto dal sapore di impresa. E' tema proprio di questi giorni di quanto possa essere diverso giocare o meno con dei fuoriquota nell'Under 19, ma Fabrizio Feroce ha superato il regolamento dando vita ad una squadra che grazie al gioco ha messo la sua bandiera sul tetto d'Italia. La Romulea adesso è il passato, il tecnico ha spiegato le sue ragioni alla società ed ha deciso di lasciare e di non proseguire con il club di San Giovanni. Il motivo è molto semplice: cambiare prospettiva, aspirare a qualcosa d'altro. 

Fabrizio, che effeto fa ripensare a quel giorno? "E' ancora strano, non lo nego. Certo, l'emozione non è la stessa del 16 giugno (il giorno dopo ndr) ma ancora faccio fatica a realizzare. In tanti mi ci fanno pensare, persone dentro e fuori dal calcio. E' una bella sensazione". 


Hai da poco salutato definitivamente tutti... "Ci siamo visti pochi giorni per ricordare quel momento. Personalmente ho voluto regalare a tutti i ragazzi una foto con dedica, con una frase per ognuno di loro. L'ho fatto anche con Roberto Belardo, che è stato parte integrante del nostro successo"


Perché hai deciso di lasciare la Romulea? "Penso di aver dato tutto per quella società e che più di così non potessi fare. Penso anche di voler fare un passo in avanti nella mia carriera di allenatore. Per carità, non parlo del professionismo, ma sicuramente ho voglia di misurarmi con un campionato che non sia di settore giovanile. Per questo ho declinato l'offerta della Romulea che quella di altre società sempre nello stesso ambito. Ho voglia di qualcosa di nuovo, di rilanciare le mie ambizioni, anche se ho commesso un errore..."


Quale? "Credo di essere andato un po' troppo in là coi tempi della scelta. Ormai vedo che le panchine sono tutte assegnate o quasi e quindi posso dare sì la mia disponibilità anche a stagione in corso, con la possibilità poi di proseguire in quella successiva"


La categoria sarebbe una discriminante? "La faccio semplice, il calcio di oggi è sceso molto di livello e quindi ho intenzione di misurarmi con un campionato che sia di Eccellenza o Promozione, anche perché mi sento pronto per poterlo fare. Sinceramente non prenderei una panchina di Prima Categoria od inferiore, perché ho l'ambizione personale di giocarmela con i più bravi. Purtoppo credo di essere fuori tempo massimo, ma aspetto sempre una chiamata, non si sa mai"


E se non dovesse arrivare? "Aspetterò, non c'è problema. Potrei anche prendere in consderazione l'idea di stare fermo un anno per poi riprovarci. Anche nelle giovanili, ma ripeto, la mia aspirazione è andare tra i cosiddetti grandi. Ho l'eta, l'esperienza e la motivazione per farlo"

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