L'INTERVISTA

Tor Tre Teste in vetta, Buffa: "Rosa di qualità, sui Marras poi..."

I rossoblù si portano solitari in prima posizione dopo sole due giornate. Ecco il pensiero del mister a riguardo

La Tor Tre Teste inizia il campionato col botto e vince largamente le prime due uscite stagionali portandosi in vetta da sola. Veramente un esordio da urlo dunque per il nuovo tecnico dei rossoblù, Damiano Buffa, che però preferisce rimanere con i piedi per terra: "Ancora è troppo presto per adagiarci sugli allori e considerarci i favoriti. Dobbiamo lavorare giorno dopo giorno, anche perché il nostro è un girone di ferro e nulla sarà regalato". Il campionato è ancora molto lungo ed è vero, ma c'è un qualcosa su cui il club di Via Candiani può decisamente puntare: "Sono più che soddisfatto della rosa che la società mi ha messo a disposizione. Abbiamo infatti capito che il calcio è cambiato e non è più come una volta, quando c'erano 11 giocatori e gli altri facevano qualche comparsata. Oggi ogni elemento è imprescindibile e una buona squadra deve avere almeno 18 titolari o semititolari. Io fortunatamente ho la panchina bella lunga e dotata di gran tecnica. Per farvi un esempio sabato ho tolto due giocatori che avevano segnato e i due subentrati, a loro volta, sono andati a segno. Ognuno è fondamentale per la squadra e tutti sono più o meno sullo stesso livello". Avere tanti ragazzi forti in rosa può avere le sue difficoltà, però: "Noi oltre alla qualità abbiamo carattere. Il rispetto e l'altruismo caratterizzano la nostra rosa e ciò è fondamentale per tenere il gruppo unito. Quando ci sono tante individualità importanti può capitare che ognuno giochi per sé, ma qui non è assolutamente così". In particolare ha voluto portare l'esempio di due pedine importantissime per la Tor Tre Teste, esempio di bel calcio e umiltà: "I fratelli Marras, per citarne solo due, hanno capito tutto questo. Vederli giocare a calcio è uno spettacolo della natura. Loro non solo sono fortissimi, ma sono anche di un'umanità e un'umiltà pazzesca. Mi fanno tornare bambino, perché quando sono in mezzo al campo il loro entusiasmo si legge negli occhi e ciò mi fa sentire fortunato, poiché chiunque vorrebbe allenare dei ragazzi del genere. Loro sono da esempio in una categoria come l'Under 19, in cui spesso i ragazzi perdono l'entusiasmo o l'umiltà, quando in realtà anche qui c'è ancora tanto da dare e da divertirsi". 

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