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l'intervista
Il capitano e difensore del club gialloverde racconta la sua esperienza nel corso del lungo stop
18 Marzo 2021
Andrea Ciampicotto, capitano del Montefiascone
Il calcio giovanile è fermo da novembre, almeno per ciò che concerne i campionati dilettantistici. Non è stata ancora deliberata la sospensione definitiva della stagione corrente, ma è probabile che le competizioni a cui siamo abituati ad assistere non andranno più scena. Le imminenti restrizioni limiteranno duramente la socialità e ciò che filtra è proprio l’impossibilità di tornare a giocare gli uni contro agli altri. In questa lunga attesa, proseguiamo con la rubrica di interviste ai capitani per continuare a dar voce ai ragazzi del calcio laziale, fermi ai box ormai da diversi mesi. Ha parlato con noi Andrea Ciampicotto, che indossa la fascia del Montefiascone, squadra del girone A del campionato Elite. Andrea, difensore centrale classe 2002, è al Montefiascone da dieci anni, ma solo dalla precedente stagione è capitano: "Con la società c’è un ottimo rapporto, non ci sono mai state discussioni e per ora va tutto bene". Come per tutti, questo periodo è stato e continua a essere complicato: "La situazione è difficile, lo stop è arrivato dopo la preparazione e qualche amichevole; di fatto abbiamo giocato soltanto una partita ufficiale. A livello personale continuo ad allenarmi, ma da solo, facendo il quinto anno, non è facile conciliare tutti gli impegni. Cerco di tenere la situazione sotto controllo e andare avanti". Gli allenamenti individuali sono diventati una costante di questo tempo e ci si dovrà convivere ancora per un po’: "I miei compagni si trovano bene. Abbiamo un preparatore atletico che organizza allenamenti differenti tre volte a settimana. In più, oltre alla corsa, cerca di lavorare anche sulla tecnica e sul possesso palla". In questo periodo il Covid ha incrementato il rischio abbandono in una fascia d’età in cui è fisiologico pensare di smettere: "Tra quello che stiamo vivendo e il primo lockdown ho accusato più questo perché, quando è arrivata la comunicazione della sospensione dei campionati, avevamo giocato per un bel po’. Detto ciò, ho compagni che hanno pensato di smettere perché è stato un anno impegnativo, ma alla fine, seppur molto dubbiosi, hanno scelto di continuare". Andrea ci dice che il Covid, inevitabilmente, influisce su tutte scelte future e che sente maggiormente la responsabilità della fascia da capitano: "Cerco di sentire sempre i miei compagni, seppur a volte non quotidianamente, per sapere cosa fanno e che intenzioni hanno sul futuro. In questa stagione sento di più la responsabilità di dare l’esempio, soprattutto per i più piccoli che non hanno mai disputato un campionato Elite". Se si dovesse ripartire però, gli obiettivi del Montefiascone non cambierebbero: "La società ci ha messo davanti a una situazione facile. Non dobbiamo né vincere né giocare con l’ossessione di salvarci. L’obiettivo di tutti è quello di crescere per poi provare a far parte della prima squadra. Con queste premesse, possiamo esprimerci senza quella pressione che ogni tanto gioca brutti scherzi". E a livello personale: "All’inizio di quest’anno abbiamo preso un impegno e ora ci troviamo i pomeriggi senza sapere cosa fare, ci è stato tolto un passatempo importante per stare insieme. Non so dove studierò il prossimo anno, in quale Università finirò, e di conseguenza non sono certo di dove giocherò. Spero che questa situazione si risolva al più presto e di poter tornare alla normalità almeno nella prossima stagione".
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