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GR Point of View, Under 19: la finale raccontata da Chiappini

Nonostante siano passati quasi tre mesi dal giorno della finale, il 14 aprile 2023 è una data storica per lo Sporting Montesacro che difficilmente verrà dimenticata, e questo vale soprattutto per chi l’ha vissuta, per chi è stato l’attore principale. Nonostante questi tre mesi, quindi, nella mente dei protagonisti è ancora tutto così limpido e il ricordo molto probabilmente non svanirà mai. Il 14 aprile 2023 il titolo regionale Juniores torna a Montesacro dopo 26 anni – l’ultimo risaliva al lontano 1997 – ed ora ripercorreremo quella giornata con gli occhi di chi quella gara l’ha decisa, Rocco Gualtiero Chiappini. Con questo non vogliamo sminuire l'impresa della squadra, visto che una delle caratteristiche principali dello Sporting Montesacro – a detta anche dell’attaccante – è stata proprio il gruppo.

La settimana che porta alla finale Lo Sporting Montesacro dopo una stagione tanto lunga quanto intensa, in semifinale ha superato la Tor Tre Teste ai calci di rigore guadagnandosi così l’accesso ad una finale che, ad inizio campionato, era quasi insperata. Rocco Gualtiero Chiappini ci racconta di più riguardo la preparazione a questa delicata sfida: “La nostra forza è sempre stata quella di essere un gruppo unito e affiatato, come se fossimo una famiglia. Nei giorni che hanno preceduto la finale abbiamo passato tantissimo tempo insieme, dentro e fuori dal campo, infatti è capitato spesso di andare a cena fuori o di svagarci nei momenti liberi. Gli allenamenti sono stati utili non tanto per preparaci sotto l’aspetto tecnico-tattico, bensì sotto il profilo mentale. Mister Simeone in questo è stato bravissimo perché ha sempre riposto molta fiducia in noi e in quel periodo ci sentivamo invincibili e due spanne sopra a tutti. Eravamo molto uniti e il “Cholo”, come piace chiamarlo a noi, pur non essendo di tante parole, nei momenti decisivi ci ha saputo caricare. Dopo la semifinale con la Tor Tre Teste a livello personale avevo sensazioni molto positive, volevamo scrivere la storia ed eravamo consapevoli di potercela fare”.

Arriva il grande giorno Dopo dieci giorni di attesa quasi spasmodica, non c’è più tempo per immaginarsi la finale, i possibili scenari, come potrebbe andare a finire. È il momento di giocarla. Allora Rocco Gualtiero Chiappini ci racconta le sensazioni vissute, dal momento in cui si è svegliato, fino al calcio d’inizio: “Sin dalla mattina, come è normale che fosse, avevo un po’ di ansia e non ho parlato con nessuno finché non sono arrivato al campo. Quando ho visto i miei compagni l’ansia si è trasformata in voglia di giocare e come nostro solito abbiamo cercato di sdrammatizzare e scherzarci su. Una volta entrati negli spogliatoi però tutto è cambiato, è come se avessimo acceso un interruttore e in quel momento tutti erano concentrati e focalizzati per centrare l’obiettivo. Personalmente non ho riti particolari prima della partita, ma anche se non mi ricordo ogni parola, mi è rimasto impresso il discorso del mister. Ci ha caricato come solo lui sa fare, dicendoci di lottare e sacrificarci per il compagno e di restare in gara qualsiasi cosa sarebbe accaduta. Noi da grande famiglia abbiamo assimilato e risposto presente, perché poi sappiamo tutti com’è andata a finire”.

Il calcio d’inizio e il primo tempo Dopo un buon inizio con più di qualche occasione creata, lo Sporting Montesacro va sotto ma Chiappini sapeva già tutto: “Ci tengo a precisare che parlerò sempre al plurale perché quello che ho provato io l’abbiamo provato tutti. Siamo entrati in campo dimostrando di voler vincere. La partenza è stata ottima abbiamo avuto diverse occasioni e abbiamo preso anche un palo, poi si è venuto a creare un problema: l’indicazione per noi attaccanti era di andare a pressare i difensori, in questo modo il play restava però libero e proprio poco aver chiesto al mister chi dovesse prendere il numero 21, lo stesso giocatore ha fatto gol. Sul momento c’è stato un po’ di rammarico ed è salita un po’ di paura e tensione perché sia con l’Aranova che con la Tor Tre Teste non avevamo praticamente mai preso gol ed era tanto che non andavamo sotto. Proprio poco prima della fine del primo tempo abbiamo poi trovato il aprì e ne siamo usciti alla grande grazie alla grande forza mentale di cui ti parlavo prima”.

Inizia la ripresa e il Chiappini-show All’intervallo il parziale è 1-1 e nella ripresa l’inerzia della finale cambia: “Durante l’intervallo ci siamo guardati tutti negli occhi e lì ho capito che ce l’avremmo fatta. Nel primo tempo avevo già provato una rovesciata, terminata fuori, e quando mi si è presentata l’occasione non ci ho pensato un attimo. Il 2-1 arriva da uno schema provato prima dei play off visto che sia io che Bresciani fisicamente siamo ben messi: rimessa laterale, uno dei due fa il contromovimento e l’altro spizza. Naturalmente lo schema non era la rovesciata ma quando ho visto la palla dietro ci ho provato ed è andata bene. Il gol è stata un’emozione unica, una liberazione. C’erano tanti tifosi e avevamo completato la rimonta, una gioia immensa. Dopo quel gol sono entrato in fiducia totale, ho giocato con la testa libera e poi ho segnato il terzo con il nostro marchio di fabbrica. Lì l’abbiamo chiusa”.

La festa e la gioia Chiappini conclude poi parlando del post partita e di quello che è successo nelle settimane successive: “Al fischio finale ho provato un mix di emozioni. Dall’euforia, alla felicità fino all’incredulità. In quel momento ho pensato all’inizio di questo fantastico percorso, dalle prime sconfitte nelle amichevoli e al nostro obiettivo, la salvezza. Da neopromossi abbiamo scritto una pagina di storia incredibile e non posso che ringraziare e essere grato per aver vissuto tutto questo. Parto dalla società, passando per lo staff, ma un pensiero speciale lo rivolgo al mister visto che ad inizio anno dovevo andare via, lui però mi ha convinto e mi ha sempre fatto sentire la sua fiducia. I miei compagni, poi, sono diventati dei fratelli e in certi periodi ho passato più tempo con loro che con la mia famiglia. Siamo stati un gruppo unito e continuiamo a sentirci. Sarebbe stato bello chiudere con lo Scudetto, ma abbiamo pagato il mese di stop e la stanchezza. Contro il Montesilvano abbiamo dato tutto ma non è bastato, all’inizio c’era delusione e rammarico ma poi quando ti guardi indietro e vedi tutto quello che hai fatto non puoi che essere orgoglioso. Abbiamo scritto la storia facendo qualcosa di incredibile e resterà sempre un ricordo bellissimo e difficile da ripetere per molti di noi”.  
 
 
 


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