l'intervista

Alain Fazi "Si impara da ogni esperienza, ma il campo adesso mi manca"

Ermelindo Brunetti

Alain Fazi, oltre che un bravo e affermato allenatore soprattutto con squadre giovanili, è un grande appassionato di calcio, un ragazzo pieno di idee e senza tanti peli sulla lingua e per questo scambiare due chiacchiere con lui è sempre un piacere.

Alain, la prima domanda è molto personale: come mai hai abbandonato prestissimo il calcio giocato nonostante avessi ottimi mezzi e già qualche successo alle spalle? "Ho deciso di mollare perché non ero più stimolato, anzi ero abbastanza disgustato: ho visto cose che a me non piacciono molto, in primis, ma non solo, procuratori che ti promettono mari e monti più per il loro che per il tuo bene. Ho capito subito che questo non mi apparteneva e ho deciso di mollare. Dopo qualche tempo ho ripreso un po' di voglia e ho iniziato a seguire la Scuola Calcio a Genazzano con l’Audace. Di recente ho ripreso col calcio giocato creando l’Audace Genazzano che ora milita in Prima Categoria: era una squadra creata co e per un gruppo di amici e per un breve periodo e per una giusta causa avevo ripreso a giocare".

Sei un tecnico stimato che ha fatto bene in passato, in categorie giovanili importanti, eppure sei senza squadra: cosa provi in questo momento? "Credo siano cose che possano capitare. Dopo la bella esperienza con l’Audace con cui abbiamo sfiorato i playoff in U19 Elite, avevo scelto una nuova esperienza che non è andata bene, ma pazienza, so che si impara anche da queste e farò tesoro di questo periodo. Chiaro che il campo mi manca, ora mi sto dedicando allo studio facendo corsi online, seguendo allenamenti di varie squadre non solo giovanili con la voglia di accrescere le mie conoscenze. Non ti nascondo che ho ricevuto varie proposte, ma non erano in linea con le mie idee di calcio, dove prima di tutto ci devono essere entusiasmo e stimoli che mi caratterizzano e che devo sentire".

Parlando di calcio giocato: che opinione hai del torneo U19 Elite di quest’anno e quali squadre vedi favorite nel girone C che segui più da vicino? "A mio parere il livello del campionato è più basso rispetto allo scorso anno. Nel girone vedo favorita il Tor di Quinto che ha una squadra forte fisicamente e farà un campionato a sé. Subito sotto vedo Certosa e Colleferro che giocano anche un buon calcio e l’Unipomezia che dopo il cambio di allenatore, ha cambiato marcia anche perché può contare sugli under aggregati alla prima squadra. Saranno loro a contendersi il campionato anche se, come detto, credo che il Tor di Quinto sia sopra a tutte anche se non gioca un calcio entusiasmante".

Cosa spera Alain in questo momento? "Il campo mi manca, non posso negarlo. Spero di ricevere una proposta stimolante, che mi convinca al 100%, che mi permetta di lavorare con una società che abbia il coraggio di provare un allenatore giovane con idee innovative e tanta voglia di far bene. Non disdegnerei nemmeno una proposta da prime squadre, sono sincero: capisco sia difficile affidare la panchina a un giovane di 32 anni, ma credo anche che non sia giusto che allenino sempre gli stessi allenatori con le solite idee. Il calcio in generale, a tutti i livelli, ha bisogno anche di questo a mio parere".

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