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Under 19, l'ultima a vincere. Ippoliti "Siamo forti, non ci spaventa nessuno"

Emanuele Torres

È uno dei momenti più attesi della stagione, e l’attesa è quasi terminata. Per un giocatore prendere parte al Torneo delle Regioni, una delle manifestazioni più solide del calcio italiano nonché la più importante a livello dilettantistico, è un passo importante in termini di consapevolezza e crescita ma, soprattutto, è una vetrina importante per continuare a inseguire il sogno di diventare un calciatore professionista. In questo senso sono diversi i giocatori che si sono fatti notare e hanno utilizzato questa kermesse come trampolino di lancio, ed essere chiamato dal Lazio significa essere tra i migliori talenti della regione in un bacino d’utenza molto ampio. Il Lazio nella categoria Juniores, per storia e tradizione, è senza dubbio una delle squadre più temute visti gli 8 successi che la mettono alle spalle solo della Toscana (12) e nonostante la passata stagione non sia stata positiva in termini di risultati (eliminazione alla fase a gironi con l’alibi di aver giocato completamente da sotto età), sono stati diversi i giocatori hanno spiccato il volo tra Serie D e professionismo. Quest’anno, quindi, l’obiettivo minimo sarà almeno quello di fare meglio dello scorso Torneo, ma aver richiamato mister Marco Ippoliti, ultimo ct a trionfare in questa categoria nel 2019, significa chiaramente che il Lazio vuole tornare a fare la voce grossa. La rosa a disposizione del tecnico è di primissimo livello e il fatto che quest’anno non siano presenti solo calciatori classe 2006 può rappresentare un punto a favore. Come spesso accade il ct ha deciso di puntare su giocatori che già militano, e soprattutto collezionano tante presenze, in Eccellenza e Promozione, ma lo sguardo sulla categoria Elite è sempre vigile e sono diversi i ragazzi che sono stati pescati nel massimo campionato regionale. Qualità, quantità, fisicità e personalità, questi sono gli ingredienti della rosa che partita alla volta della Liguria. Sarà la volta buona per scrivere un’altra pagina di storia? Al campo l’ardua sentenza, ma noi non vediamo l’ora di raccontarvela.

Il ritorno di Marco Ippoliti alla guida della Rappresentativa Juniores è quindi un chiaro segnale che il Comitato Regionale Lazio vuole tornare ad essere protagonista e fare la voce grossa. Il Torneo delle Regioni è l’habitat naturale delle nostre Rappresentative che hanno sempre ben figurato e il commissario tecnico in queste settimane ha lavorato per mettere gli ultimi tasselli in un gruppo che ha già partecipato al Roma Caput Mundi. La scelta è stata quella di presentarsi senza fuoriquota (’04) e con qualche 2005 e l’allenatore mostra tutta la sua soddisfazione per gli ultimi raduni: “L’indicazione è stata quella di portare nessun calciatore del 2004 e sono pienamente d’accordo perché uno degli obiettivi è anche quello di formare e far crescere i giovani calciatori che già si stanno imponendo nelle prime squadre. Nel gruppo squadra sono presenti sei giocatori 2005 e quattordici 2006 e questo è stato possibile grazie al grande impegno mio e dello staff. Da inizio stagione abbiamo visionato una quantità di partite elevatissima, e non è stato semplice. Nell’ultimo test contro la W3 Maccarese ho visto la prestazione che volevo e le risposte sono state ottime”. Ippoliti si sofferma poi sul girone: “Le regioni sono tutte forti, ma noi vogliamo essere protagonisti e non ci spaventa nessuno. Sarà importante partire subito forte perché la prima partita, come abbiamo visto al Caput Mundi, può essere decisiva”. In conclusione il tecnico afferma poi: “I nuovi innesti si sono subito amalgamati e abbiamo fatto un bel gruppo. Abbiamo recuperato Manuzzi, Valentini e Morano, tre ottimi elementi, ma allo stesso tempo mi dispiace aver lasciato fuori tanti giocatori che ritengo forti. Abbiamo cercato di scegliere i 20 che secondo noi erano più in forma. Il Comitato ci ha messo a disposizione uno staff importante, professionale e che soprattutto lavora con una passione smisurata. I presupposti per fare bene ci sono tutti e noi non vogliamo essere da meno”. 

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