1ª CATEGORIA

Casali: "Spero di aver trasmesso tanto, chiudere alla Cavese è un'emozione enorme"

Ufficio stampa Cavese

"Oggi, 3 giugno, per me è una cosa speciale. Attaccare gli scarpini al chiodo dopo 39 anni non è facile, è un’emozione grandissima e ti confesso di starci un po’ male". Stefano Casali, numero 9 della Cavese, si congeda così dal calcio giocato, salutando tutti i tifosi, la società e quanti hanno partecipato con passione alla festa in suo onore andata in scena sabato scorso prima del match contro il Real Montefortino. Ripercorrendo una carriera nelle Prime Squadre lunga quasi 30 anni e iniziata appena diciassettenne, Stefano ricorda il primo esordio con la Cavese, dopo anni di Prima Categoria e Promozione tra Artena, Valmontone, Scalambra e Zagarolo. "Eravamo in Promozione e c’era uno squadrone con Mister Ferrazzoli, ricordo che feci l’esordio in Coppa ma poi giocai poco. Successivamente tornai qui con la Vis Cave, in Seconda Categoria, prima di vincere il campionato di Prima con il Genazzano". Preneste, Carchitti e poi di nuovo Cave, a chiudere un cerchio proprio in questa stagione nonostante gli infortuni. "L’anno scorso è andata come è andata, sono stato fermo per problemi fisici per tanto tempo", spiega Casali, che quest’anno è tornato da veterano a disposizione di mister Sernicoli per aiutare la squadra. "Dopo la prima parte di stagione in cui non tutto andava per il meglio, il presidente Flavi mi ha chiesto di ritornare e, grazie anche all’amicizia che ci lega, mi sono messo a disposizione molto volentieri. Ho giocato qualche spezzone: nella prima contro il Valle Martella ho avuto subito l’occasione per tornare al gol nel recupero per rimontare una partita difficile ma il rigore non è andato dentro. Spero di aver lasciato qualcosa ai ragazzi, chiudere qui a Cave dopo 27 anni è un’emozione grandissima". Un passaggio di consegne simbolico con il capitano della sua Under 16, Cristiano Renzi, che ha esordito in prima squadra in una staffetta che non vuole fermarsi qui. "Sinceramente penso che continuerò a stare in quel quadrato verde che mi emoziona ancora ogni volta", confessa Casali, fresco di patentino Uefa C. "Dopo lo scorso anno di esperienza, chiuso con un ottimo campionato, in questa prima stagione tra gli allievi sono mancati i risultati ma il lavoro con il gruppo è stato, secondo me, ottimale. Siamo partiti in 20 e abbiamo finito con gli stessi elementi: penso di aver fatto un buon lavoro ma sono pronto a fare meglio". Emozionato e grato per l’occasione, Stefano ringrazia quanti hanno partecipato alla consegna della targa, ricordando in conclusione chi l’ha sempre supportato. "Oltre alla società, i ringraziamenti più grandi vanno ai miei genitori: a mia madre, che ai tempi della Juniores Nazionale mi accompagnava ogni giorno ad Anagni, e a mio padre, ormai esperto di tutti i campi del Lazio. Infine a mia moglie per tutto il supporto negli ultimi anni, dagli infortuni ai sacrifici fatti: erano 3-4 anni che le dicevo che quest’anno sarebbe stato l’ultimo, ora sarà sicuramente sollevata ma la storia non finisce qui. Ogni volta che entro sul rettangolo verde è una emozione unica, per me il calcio è stato e sarà tutto".
 

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