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editoriale
29 Agosto 2016
Il braciere di Rio è stato spento domenica 21, con la fiaccola che è partita per raggiungere Tokyo. Un'estate incollati alla tv, con le nottate afose rinfrescate dalla gesta del beach, del basket e del tiro. Un'estate di sport dall'onda lunga, che ha ci ha accompagnato fino all'inizio della Serie A e con i tornei di "casa nostra" ormai alle porte. Un'estate in cui, come ogni quattro anni, tutto il Paese ri-scopre di non essere malato di calcio. O forse no. Con la squadra olimpica azzurra che il Brasile l'ha visto solamente dallo schermo, l'ombra della sfera a scacchi è diventata solo temporaneamente meno ingombrante, scalzata da quella a spicchi, dall'ovale e dalle calottine. La ri-nascita di un amore verso lo sport che, però, rischia di spegnersi proprio come il braciere. E dire che il Lazio è la regione più medagliata della spedizione, con Roma a fare da portabandiera con 6 metalli olimpici. Lupo, Giuffrida, Garozzo, giusto per fare dei nomi. Personaggi che in molti hanno già dimenticato, ma che non meritano di finire in second'ordine. Se l'impresa è importante, se affascina, perché disdegnarla? L'Olimpiade di Rio testimonia, con i fatti (alias i risultati) che in Italia e nel Lazio c'è un movimento sportivo vivo, in cui giovani e meno giovani, ragazzi e ragazze, hanno la possibilità di mettere in mostra il loro valore con la loro principale passione. Perché, molto spesso, rispetto al calcio, è solo di questa che si parla su un ring, dentro una palestra, in pedana. Il nostro compito, dunque, è quello di raccontarvi anche questo mondo. Tutte le realtà possono e devono avere visibilità ed è a loro che ci rivolgiamo per intraprendere insieme un percorso che possa far diventare Gazzetta Regionale la casa di tutti gli sport.
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