sport e psiche

Calci di rigore: uno studio tra ansia e statistiche

11 metri che possono decidere tutto. Una finale di un Mondiale, ma anche una semplice partita da cui può dipendere un'intera stagione. Gli psicologi ci spiegano i segreti

Per noi italiani calciofili quest'ultimi sono sempre stati una sorta di croce e delizia. Si può pensare alle delusioni dei Campionati del Mondo del '94 o del '98 se ci si vuole far del male, ma il tutto si risistema se torna in menta la magica notte di Berlino e l'ormai celebre rigore di Fabio Grosso. Parliamo di storia dello sport. Impossibile dimenticarsi certi momenti. E sì perché il rigore è tutta una questione di un attimo. Una breve rincorsa di qualche passo e un tiro che scocca. Con la speranza che esso finisca all'incrocio dei pali. Sarebbe davvero inutile dilungarsi più di tanto. O forse no. In fondo, riflettendoci un attimo, il tutto è anche psicologia.


"Nino non aver paura a sbagliare un calcio di rigore, non è mica da questi particolari che si giudica un giocatore" : è così che canta FrancescoDe Gregori in “La leva calcistica del '68”. Solo che a molti calciatori può capitare di essere sopraffatti dalla paura e dall'angoscia di sbagliare, rovinando tutto. Ma si può fare qualcosa per evitare tutto ciò? Probabilmente no.  

Secondo gli psicologi dello sport, stiamo parlando di una vera e propria lotteria, dove non c'è nulla che si possa fare per prepararsi perfettamente dal punto di vista mentale e resistere quindi alla pressione. E allora ecco che ci si butta sul caso, componente imprescindibile se si parla, appunto, di lotteria. Ma c'è chi ha deciso di mettersi a studiare il tutto. Stiamo parlando di Igacia Palacios-Huerta, professore della London School of Economics. Egli ha analizzato in esclusiva per Bwin.it ben 1343 rigori battuti in 129 partite e ha scoperto che chi tira per prima ha ottime possibilità di aggiudicarsi la contesa. Infatti questo accade nel 60,5% nei casi. Altro dato interessante: se un giocatore si trova fra i piedi il rigore della vittoria, la percentuale di segnarlo cresce fino al 92%; mentre se un suo errore potrebbe causare la definitiva sconfitta della sua squadra. Insomma, una responsabilità davvero pesante sulle spalle.

Ma esistono dei trucchi e delle metodologie per evitare di incappare nell'errore? Ovviamente, è molto importante non farsi sopraffare dall'ansia, dai nervi e dalla tensione. Inoltre sarebbe meglio non voltare mai le spalle alla porta, ma magari camminare indietro, e non fissare troppo il portiere. Pare che quest'ultimo sia un segnale di una forte insicurezza, che si tenta di mascherare lanciando una sorta di sfida all'estremo difensore, dimenticandosi però del vero e unico obiettivo, ossia segnare e gonfiare la rete. I rigori quindi sono roba da psicologi? In un certo senso, sembra essere assolutamente così. Chi l'avrebbe mai detto? Forse nessuno. Ma non è mai troppo tardi per scoprirlo.



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