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l'intervista

Il ds Alfonso Morrone: "Formeremo una nuova associazione"

Il dirigente, stufo per le regole violate, spiega l'iniziativa: "Non ci sentiamo tutelati dall'ADISE, già 40 direttori sportivi hanno aderito"

30 Giugno 2016

Alfonso Morrone

Alfonso Morrone

Alfonso Morrone

Una nuova realtà che garantisca il rispetto dei diritti dei direttori sportivi. A parlare è Alfonso Morrone, ds professionista, che insieme a Vittorio Galigani e Gianfranco Multineddu ha deciso di rompere con l'ADISE, associazione di categoria, e formare un movimento a cui hanno aderito già quaranta dirigenti abilitati (tra i quali Michele Punzi, e Mauro Ventura). Morrone spiega il perché di questa decisione: “Siamo stufi di veder costantemente violate le regole che ci dovrebbero tutelare e i colpevoli principali sono i presidenti. Tra i professionisti ci sarebbe l'obbligo di avere un direttore sportivo, pena il pagamento di venticinquemila euro. Poi vediamo presidenti che si autonominano ds e l'ADISE non ci tutela a dovere. Queste normative andrebbero cambiate. Ci sono tante incongruenze ed è arrivato il momento di dire 'basta'. Siamo abbandonati a noi stessi e non è possibile che veniamo sostituiti da procuratori e faccendieri vari. Nel dilettantismo, invece, c'è la figura del collaboratore della gestione sportiva, titolo che si riceve partecipando a corsi a pagamento organizzati dalla Federazione. La LND aveva promesso che sarebbe diventata una figura obbligatoria, ma non è ancora così. Sarà un caposaldo della nostra battaglia, invece, fare in modo che lo diventi prima possibile. Altra incongruenza è che nel dilettantismo viene giustamente riconosciuta la figura dell'allenatore professionista, che se accetta la proposta di un club dilettantistico è tutelata. Cosa che non accade per i ds professionisti, che non possono essere contrattualizzati (cosa che spetta solo ai collaboratori della gestione sportiva, fino a un massimale di 28.000 euro, ndr). Presto formeremo una nuova associazione che lotterà per il rispetto dei nostri diritti e siamo a buon punto. Voglio sottolineare che questo non è un movimento di direttori sportivi disoccupati, ma abbiamo tra le nostre fila tanti ds che attualmente hanno lavoro. Ci sono delle regole e vanno rispettate, poi i presidenti avranno il sacrosanto diritto di scegliere a quale ds affidarsi, che sia più o meno capace”.

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