Cerca
in edicola
19 Giugno 2020
Fabio Lucidi alla guida del Serpentara ©Facebook
Mai banale, schietto. Fabio Lucidi non siede in panchina dal 2015, guidava il Serpentara e veniva da due campionati vinti. Nonostante lo stop resta uno dei tecnici più apprezzati della nostra regione, così gli abbiamo chiesto di incontrarlo per un confronto che verrà pubblicato integralmente sull'edizione di lunedì 22 giugno. Tante le tematiche affrontate, dai motivi che lo tengono lontano dai campi, ai presidenti che non comprendono il valore del ruolo dell'allenatore, passando per i colleghi che si propongono in cambio di sponsorizzazioni, quelli che accettano cifre irrisorie, fino alla necessità di riformare il movimento. Ecco alcuni passaggi dell'intervista.
Quando hai lasciato Serpentara suppongo le proposte non ti mancassero?
“Terminati i play off vittoriosi con il Serpentara mi aspettavo di ricevere anche altre offerte. E' vero che sarei rimasto comunque con i miei ragazzi, ma l'unica chiamata che ho ricevuto era quella di mia moglie, che mi invitava a trovarmi un lavoro serio".
In tanti dicono che sei un tecnico al quale non si possono porre condizioni.
“Se una società si intromette nella sfera tecnico-tattica, parlo di formazioni, uomini e soprattutto raccomandazioni, non si può fare calcio. O almeno io non ci riesco”.
In cinque anni avrai avuto almeno un contatto.
“Questo è normale... Durante i primi tre anni però non ho preso in considerazione nulla. La scorsa stagione ho sentito la voglia di tornare, però solo a condizione di partire dall'inizio, una possibilità che non si è presentata. Oggi sento ancora questa voglia, però vale lo stesso discorso, se arriva qualcosa nei tempi giusti la esamino, come chi la propone esamina me, nel caso in cui ci trovassimo d'accordo potrebbe nascere qualcosa".
EDICOLA DIGITALE
Dalle altre sezioni
Dalle altre sezioni
Dalle altre sezioni
Dalle altre sezioni
Dalle altre sezioni
Dalle altre sezioni
Dalle altre sezioni