L'intervista

Marcella Bianchini: "Mi ricandido all'AIAC. Perso di vista il nostro ruolo"

L'allenatrice e delegata nazionale dell'associazione di nuovo in corsa: “Sarò l'unica donna, c'è ancora paura di essere messe in disparte”

Sarà l'unica donna candidata per le elezioni AIAC Lazio il prossimo 7 dicembre. Marcella Bianchini, già delegata nazionale per la nostra regione dell'Associazioni Italiana Allenatori Calcio, è pronta a questa nuova sfida. Unica donna presente a Coverciano per il corso di Responsabile di settore giovanile dilettantistico lo scorso anno – abilitazione conseguita dopo i patentini Uefa B e Uefa C – è come sempre pronta a dare tutta se stessa, a proporre e realizzare nuovi progetti per migliorare il futuro dei nostri ragazzi. Un'indole dovuta probabilmente anche al suo ruolo di Professoressa di matematica e scienze che svolge da più di trent'anni nella scuola secondaria di secondo grado a Roma. Una vita dedicata ai giovani e alla loro formazione, aspetto che, a suo modo di vedere, dovrebbe essere primario anche per la sua associazione: "Lavorerò duramente per questo, a patto che me ne sia data la possibilità – dichiara ai nostri telefoni a pochi giorni dalle elezioni – In questi ultimi quattro anni ho cercato di dare una scossa, ma non si è mai arrivati a qualcosa di concreto per migliorare la situazione. Quando vengono prese determinate decisioni il nostro primo pensiero deve essere che effetto potrà avere su un tesserato della scuola calcio o delle giovanili. Dobbiamo tornare a considerare l'allenatore come un'educatore nel vero senso della parola". Partire dall'AIAC per migliorare il percorso sportivo di migliaia di bambini e adolescenti: "Credo molto nella nostra figura, nella nostra professione, ma in questi anni mi sono accorta che mancano figure basiche, con conoscenze di pedagogia, psicologia, sociologia. Quando si ha a che fare con dei ragazzi così frequentemente, è un dovere per noi cercare di aiutarli nella crescita, non solo sportiva". Un punto dal quale ripartire in questo nuovo quadriennio, oltre che nel contrastare alcune censurabili abitudini che da anni fanno discutere: "I meriti oggi contano sempre meno – continua Bianchini – Tutti sappiamo come funziona: c'è chi porta con sé uno sponsor e chi una dote di ragazzini da spostare da una parte all'altra di Roma, magari con le classiche promesse ed illusioni. Illusioni che coinvolgono anche i genitori, purtroppo, spesso ammaliati dai discorsi di dirigenti e procuratori e che ogni domenica tra consigli e rimproveri non fanno altro che aumentare la pressione sul proprio figlio, magari anche inconsapevolmente. Il campo deve essere un luogo dove inseguire i propri sogni, ma liberamente, senza contaminazioni di alcuna sorta. E questo lo dico anche da madre di tre figli che hanno praticato questo sport". Naturalmente, vista anche il momento sociale che l'Italia sta attraversando, non poteva mancare un accenno ai progressi del movimento femminile: "Sul campo qualcosa è migliorato, anche se siamo lontanissimi da quell'eguaglianza tanto agognata. Dal punto di vista dirigenziale, invece, penso che la situazione sia più complicata. Il fatto che io sia l'unica candidata nel Lazio, regione ricca di figure tecniche d'eccellenza tra le donne, la dice lunga. Purtroppo c'è ancora la paura di non essere prese sul serio e di essere messe all'angolo. Da questo punto di vista i passi avanti da compiere sono davvero moltissimi".

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