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Il caso
05 Dicembre 2024
Alessandro Onorato
Il blocco dei campionati laziali nel prossimo fine settimana non ha tardato a suscitare reazioni nel mondo del calcio e non solo.
"La decisione degli arbitri di Roma e del Lazio di protestare questo weekend, per i troppi episodi di violenza subiti, è forte, simbolica e grave. È un gesto che dovrebbe far riflettere tutti. È inammissibile che ragazze e ragazzi, che per passione ogni fine settimana permettono il regolare svolgimento dei campionati, vengano presi di mira da coetanei, allenatori, genitori sui campi di ogni categoria. Con parolacce, insulti, minacce e addirittura aggressioni fisiche. Purtroppo anche durante partite di adolescenti. A questi giovani arbitri va la più sincera solidarietà della città di Roma. La speranza è che questo sciopero possa smuovere la coscienza di tutti: giocatori, società e famiglie. Nel calcio, come nello sport, non c’è posto per la violenza"
"Io sono fuori dall’Aia da 15 anni. Ogni volta che mi alzo la mattina mi manca l’aria. Mi innervosisco ogni volta che sento parlare di violenze sugli arbitri. A volte li contatto anche personalmente per fargli sentire una voce amica, nonostante non sia più nell’AIA. Rimarrò sempre amico degli arbitri. Negli anni non abbiamo mai visto nulla di concreto. Mi piace l’iniziativa del Lazio. Ha portato il tema agli occhi di tutti ed è importante poiché è una questione di isolamento di disadattati. Chi alza le mani è un disadattato, è inutile fare buonismo. Io non le ho mai alzate, neanche con il mio gatto. Portare il problema sulle prime pagine dei giornali è fondamentale. Non si può andare avanti così su un problema irrisolto poiché, diciamolo con chiarezza, non è mai stato affrontato con concretezza. Opera contro la violenza? Lo stiamo cercando di fare da tanti anni, soprattutto in televisione. Io credo stiamo facendo un’opera meritoria portando la conoscenza del regolamento tra le società, i calciatori e le istituzioni per far sì che le decisioni vengano viste dal punto di vista del regolamento. I risultati non li vedremo noi. Per troppi anni non c’è stata una voce da parte delle istituzioni. L’AIA così come tutto il mondo arbitrale è stato fermo non riuscendo a comunicare la conoscenza. L’open var ci ha dettato le linee da seguire. Voglio far capire qual è il ragionamento alla base della decisione. L’apertura verso l’esterno deve essere sempre più ampia tanto da dare i mezzi per comprendere i motivi che ci sono alla base delle decisioni. Ci sono anche gli errori, ma siamo tutti esseri umani e bisogna accettarlo. Bisogna far conoscere i documenti che dettano un regolamento". (Intervento a Radio Crc)
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