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l'intervista
29 Febbraio 2016
Danilo Boriello, portiere del Tolfa Foto © Laura Del Gobbo
Quando segna è un portiere è quasi sempre una notizia, sempre che tu non sia Chilavert o Campos, estremi difensori sudamericani che hanno fatto dei gol il loro marchio di fabbrica, che sia su punizione o rigore. Ieri è accaduto anche in Eccellenza, nella gara tra Tolfa e Grifone Monteverde, ma anche in questo caso c'è poco da sorprendersi: Danilo Boriello, portiere classe 1980 biancorosso, ne ha segnati tanti e in tutte le categorie in cui ha giocato. Leggere per credere: nel 2006, quando vestiva la maglia dei toscani del San Quirico in Seconda Categoria, come riporta la cronaca del “Tirreno”, con la sua squadra sotto di un gol ha recuperato il pallone, saltato due avversari e in area ha subito fallo procurandosi un rigore, che poi ha deciso di calciare regalando l'1-1. Domenica, invece, ha segnato direttamente su rinvio, con un po' di fortuna, approfittando del forte vento. Un portiere estremamente affidabile, che avrebbe potuto giocare in categorie differenti, ma che ha preferito anteporre la carriera lavorativa al calcio. E' diventato una bandiera del Tolfa, di cui da otto anni (non consecutivi) veste la maglia. Ed è uno dei protagonisti di questa meravigliosa prima annata del club nel massimo campionato regionale. Uno splendido miracolo calcistico, una storia da continuare a scrivere per un Comune di poco più di 5000 abitanti che può sognare il secondo posto e la Serie D...
Ti sei tolto la soddisfazione di segnare anche in Eccellenza.
“Mi mancava il gol da rinvio. In carriera ho fatto tredici gol, in tutte le categorie in cui ho giocato, dalla Seconda Categoria in su. Con il Tolfa avevo già segnato su punizione, a San Quirico su rigore, poi sempre su punizione con la Csl Soccer e su azione con l'Acquapendente”.
Siete la sorpresa più bella del girone, e avete anche una delle migliori difese.
“Mai mi sarei aspettato una stagione così, ci stiamo rendendo conto dell'impresa che stiamo compiendo solo adesso: a inizio campionato pensavamo che già raggiungere i play out sarebbe stato qualcosa di grande. Adesso che la salvezza è sicura, andiamo avanti con la massima serenità: stiamo scrivendo la storia calcistica del Tolfa e, domenica dopo domenica, vogliamo rendere il finale più bello possibile...”.
Perché uno come te ha giocato poco in Eccellenza?
“La categoria non è mai stata importante, sin da giovane ho lavorato e anteposto la mia carriera al calcio. Ho avuto richieste quando ero in età di lega anche dalla Serie D, ma è stata una mia scelta non accettarle”.
La regola degli under in Eccellenza è particolarmente penalizzante per i portieri.
“E' vero. Ogni allenatore ha la sua idea, ma solo la minoranza in questa categoria predilige avere un estremo difensore esperto e mettere un under in mezzo al campo”.
Domenica la difficilissima trasferta sul campo della Nuova Monterosi capolista.
“Sul piano tecnico loro sono di un'altra categoria. Dobbiamo mettere l'orgoglio e l'attaccamento alla maglia che abbiamo sempre dimostrato e provare a compiere un'altra impresa”.
Hai qualche rammarico?
“Assolutamente no, mi dispiace non aver giocato in qualche club importante, ma l'ho fatto consapevolmente. In compenso credo di aver portato sempre punti alle squadre in cui sono stato e sono orgoglioso di vestire la maglia del Tolfa da così tanto tempo. Non sono un portiere scenografico, in compenso non commetto molti errori”.
Te e il bomber Mirko Bentivoglio state vivendo una seconda giovinezza.
“Tra di noi c'è un legame particolare, anche se abbiamo due caratteri opposti: lui è più calmo e professionale, io sono più impulsivo. Cerchiamo di mettere la nostra esperienza a disposizione dei più giovani. Mirko a trentacinque anni fa ancora la differenza: magari non segnerà venti gol come qualche anno fa, in compenso lavora per la squadra e si è trasformato anche in uomo assist. E' fondamentale per noi”.
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