l'intervista
Città di Cerveteri, Di Chiara: "A Ladispoli per vincere"
Il tecnico verdeazzurro è pronto a sfidare la squadra di Scorsini nel derby di Coppa
La fortuna, cercata, del Città di Cerveteri, è quella di vivere il derby senza appelli col Ladispoli, valido il pass per il secondo turno della Coppa Italia, con Stefano Di Chiara a posare le mani sui timone, ormai consunto per lui, verde azzurro. “Sono contento -irrompe Stefano Di Chiara- di aver ritrovato sulla mia ormai lunga strada calcistica il Città di Cerveteri. A via Settevene Palo è rimasta la stessa passione che contraddistingue questo club da sempre. La società è composta da persone semplici che amano la maglia etrusca. Con me, in questa avventura, c’è mio figlio Diego che non ho ancora capito se è all’ultimo anno di calcio, da spendere come giocatore”. L’attuale mister verde azzurro è una persona che non scende a patti con nessuno. Ama lavorare sul campo senza ingerenze; sente tra l’altro la mancanza di un “pallone” che oggi definiamo vintage. “Ho l’esperienza necessaria che mi consente di poter parlare a braccio e spontaneamente di un argomento, il calcio, che oggi è materia a quanto pare di tutti ma poi, in fondo, sappiamo tutti come stanno le cose, i meritevoli attualmente vivacchiano, sbuffando ingiustamente dalle retrovie”. La prima, cinica ma opportuna lezione di vita è servita. “Sento parlare di esterno basso, io lo chiamo terzino e basta. Mi piace definire le cose per quelle che sono. Niente va inventato. Esiste ancora ad esempio chi comanda la difesa, non è il centrale che adorano descrivere indietreggiante ma il libero. Nessuno lo ha mai portato via dai campi di gioco, il libero. È sempre stato lì, per buona pace dei nuovi inventori del calcio”. Il secondo gancio è assestato. “Domenica -prosegue Di Chiara- vado a Ladispoli per vincere la partita. Del resto le mie squadre hanno un solo atteggiamento, ed è quello di prevalere sull’avversario che vanno ad incontrare”. Stavolta c’è del passato, tosto a dirla tutta come osso, sull’altra panca: Marco Scorsini.“Era un buon centrale di destra -ricorda il noto tecnico- avrebbe potuto fare una carriera ancora più brillante come calciatore. Sarà un piacere stare su una panchina dove a pochi metri c’è appunto lui. È stato un mio giocatore a cui mi legano ricordi comunque con una certa tipologia di affetto”.Patron Iurato ha tirato fuori dal cilindro l’ultimo acquisto vero pre stagione ufficiale: Cissè. “Ma io gli avevo chiesto Pazzini -conclude ridendo ma non troppo Di Chiara- mi accontento. Il livello del calcio è sceso drasticamente durante gli ultimi anni, dobbiamo farcene una ragione. Adesso mi concentro su questa squadra e vediamo dove arriviamo”. Domenica intanto si parte, alle 11 e senza pubblico.“Avrei preferito giocare in notturna e col pubblico ma forse sono troppo legato nei ricordi ad un format che ora non possiamo pretendere. Meglio guardare avanti e impattare questa anomala annata coi giusti sentimenti: quelli sono gli stessi di una volta: garantito”.