l'intervista

Paliano, Fazi non ci sta: "Stop insensato, bisognava continuare"

Il capitano dei biancorossi analizza la nuova sospensione del calcio dilettantistico, ma non solo: "Questa per me è una seconda casa, darò tutto finché ne sarò in grado"

Il Città di Paliano si è fermato o meglio, è stato fermato sul più bello. La squadra di Francesco Russo aveva infatti iniziato ad ingranare e forte anche degli ultimi acquisti avrebbe potuto scalare ulteriormente la classifica del girone C nelle prossime partite. Uno stop, quello imposto dal Governo, che non è stato digerito in casa biancorossa e dal capitano Yuri Fazi, che analizza con noi la situazione.


Buongiorno Yuri, come giudichi questa nuova sospensione?

“Sicuramente non sono d'accordo. Ad oggi si poteva benissimo andare avanti. Se c'erano contagiati all'interno di una squadra si rinviava quella partita e gli altri giocavano. Parlando anche con altri colleghi abbiamo appurato che i contagi registrati per la maggior parte dei casi sono esterni alla squadra, quindi non vedo perché non si poteva continuare. Anche perché le società hanno investito molto per sanificare gli ambienti e garantire la sicurezza di noi atleti”.


Secondo te quale sarebbe stata la scelta più giusta?

“Continuare come stavamo facendo, ma dal momento che hanno sospeso almeno potevano farci continuare ad allenare. Riprenderemo il 24 novembre, sempre se ripartiremo, ma come? Gli allenamenti individuali sono per gli sport individuali, qui parliamo di gruppo. Credo che anche i casi di contagi interni alle società siano circoscritti, quindi non capisco il motivo di tutto questo”.


Quali saranno le conseguenze per il calcio dilettantistico?

“Le conseguenze non saranno buone. Molte società rischieranno di sparire e questa situazione un pò ti fa anche passare la voglia. Il Governo considera lo sport come una cosa non essenziale ma non sta a loro giudicarlo. Secondo me invece è fondamentale, sono anni che gioco a calcio e lo considero vitale. E poi penso anche ai ragazzi. In un centro sportivo sarebbero più controllati, mentre così vanno in giro, si assembrano e spesso senza mascherine. Non mi sento rappresentato da queste persone”.


Parlando di te, nonostante passino gli anni sei sempre determinante. Qual è il tuo segreto?

“Ormai sono alla soglia dei 36 anni. A me piace essere determinante all'interno del gruppo, riuscire a trasmettere i miei valori a tutto l'ambiente, soprattutto ai più giovani. Poi lascio parlare il campo e i numeri che raccolgo. Non c'è un segreto vero e proprio, ma penso sempre che vado per finire la carriera e solitamente gli anni che si ricordano sono sempre gli ultimi. Quindi forse è questo, pensare che ogni anno potrebbe essere l'ultimo, in ogni allenamento cerco di dare il 110%, è sempre stato così e lo sarà fino alla fine. Ma soprattutto mi diverto, questo è il principio fondamentale. Se manca il divertimento manca un po' tutto”.


Cosa rappresenta per te Paliano?

“Paliano per me è una seconda casa, ma anche qualcosa di più. Il legame che mi unisce a queste persone va oltre il calcio, sono a loro disposizione sia in campo che fuori e loro mi fanno sentire parte integrante su tutto. E' giusto che ripaghi la loro fiducia, finché ce la farò cercherò di farlo, quando sentirò di non farcela più dirò basta consapevole che forse non sarei più in grado di dare una mano. Ma fino al quel momento darò tutto. Se lo meritano, hanno fatto enormi sacrifici e li stanno facendo tuttora. Non ci hanno mai fatto mancare nulla ed è un ambiente sereno”.

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