l'intervista
Nicolò Cesaroni, fantasia al potere "Io e la Vecchia abbiamo la stessa fame"
L'ex Lazio è stato il protagonista indiscusso dell'ultima settimana a tinte nerazzurre
Fantasia: dal dizionario di Oxford: facoltà dello spirito di inventare o riprodurre immagini mentali in rappresentazioni complesse in parte o in tutto diverse dalla realtà. Sicuramente la fantasia era parte integrante di Caravaggio ad esempio o, Michelangelo, tanto per fare due nomi mai banali. E, con la fantasia, i due super artisti di fame mondiale intramontabile, hanno cambiato il mondo. Nicolò Cesaroni con la sua di fantasia, ha cambiato, in meglio naturalmente, un Civitavecchia pragmatico, vincente ma non troppo creativo, prima del suo avvento.
"Sono al Civitavecchia -racconta rapidamente - grazie a Marco Angelocore che ha saputo toccare i tasti giusti del mio carattere. Vengo da una stagione in D, al Vastogirardi, complessa. Cercavo una soluzione semplice, ma al contempo ambiziosa e stimolante".
E come è stato l’inserimento alla Vecchia Nicolò? "Facile. Ho trovato persone genuine, solari. L’ideale per il mio modo di essere nella vita prima che, nel calcio. Purtroppo mi sono rotto il polso appena giunto in riva al Tirreno, ho avuto qualche altro piccolo acciacco ma, ora è tutto passato e sono felice di stare bene".
Appena ti sei ristabilito hai lasciato subito il segno con tre goal pesanti in cinque giorni... "Segnare è sempre bello e importante per la fiducia. Sono molto contento di aver aiutato concretamente i miei compagni in queste ultime due partite"
Trequartista, seconda punta, esterno? Che tipo di collocazione ama Cesaroni in campo? "Se non ho troppi compiti tattici mi esprimo al massimo indipendentemente da come sono disposto sul terreno di gioco. Mister Castagnari lo ha capito subito ed io gliene sono grato perché riesco ad esprimere ciò che ho dentro, in maniera rilassata".
Il ruolo di fantasista è in via di estinzione nel calcio; tu come lo assorbi dentro di te questo cambiamento? "Cerco di adattarmi, sono una persona che ha dei principi. Rispetto le situazioni, i momenti, in questo caso gli stravolgimenti. Adesso alla tecnica si preferisce la fisicità ma per me, nel calcio, senza una buona qualità di base, non si va comunque da nessuna parte"
Civitavecchia in testa al girone A: qual’è l’autentica forza di questa squadra? "Abbiamo valori umani importanti. Il gruppo è coeso. Nessuno si atteggia, siamo tutti consapevoli che, solo se si rema insieme dalla stessa parte, si può costruire qualcosa di duraturo e magari magico".
Il tuo è un passato illustre, da titoloni sui giornali nelle file della Roma prima, la Lazio poi, con esperienze addirittura nella Nazionale Italiana e, un passaggio alla Juventus sfumato per meri dettagli... "È un passato che dice tanto il mio e anche niente, in fondo. Credo che nei momenti importanti, negli snodi magari cruciali della mia carriera, un pizzico di fortuna in più lo avrei meritato. È andata così, ma sono giovane e penso di poter dire la mia nel calcio, ripartendo intanto da una piazza che mi stimola molto come Civitavecchia appunto".
Che ragazzo è il Cesaroni nato nelle Marche a Jesi ma a tutti gli effetti romano verace, del quartiere Balduina..."Adoro le cose semplici. Ho una fidanzata, tanti amici che frequento spesso. Mi sono segnato a dei corsi di personal trainer; seguo le orme di mio fratello; per il momento è così almeno".
Nicolò e la Vecchia possono fantasticare insieme? "Lo stai chiedendo ad un fantasista quindi decisamente rispondo si. Io e il Civitavecchia abbiamo la stessa fame. I percorsi sono sempre ardui ma siamo predisposti mentalmente anche per un qualcosa, oserei dire, di grande"