Focus

Civitavecchia, in campionato si punta in alto. Senza paura

Gabriele Tossio

I nerazzurri si preparano ad una stagione da protagonisti

Settimana di passione: non Santa. il Civitavecchia che si appresta ad affrontare l’Aurelianticaurelio in un remake, non lontanissimo, che suscita più di un'apprensione (rovesciata romanzesca di Accrachi allo scadere e Tamagnini espugnato, ndr). Tirrenici di Castagnari impattanti verso il nuovo che sta venendo, come uno tsunami atto a travolgere tutto: è l’anno della gloria promessa. Presutti insegue, senza ossessione ma non troppo la D; ha una promessa fatta ai suoi avi, vorrebbe mantenerla. Mecozzi che, per indole, è un combattente nato; non si tira mai indietro; brama il palcoscenico, suffragato da investimenti economici imponenti per un Civitavecchia che, non amerà ancora come il suo co alter ego ma che sente suo; pure lui, del resto, ex calciatore, pardon centravanti promettente e ribelle, bolle, per un ritorno nella massima categoria dilettantistica che, manca da tempo infinito. E, mentre nei tavoli della burocrazia si lotta contro il tempo, per riconsegnare alla città quel diamante, sepolto dalla salsedine incastonato a via Attilio Bandiera, la squadra lavora, suda, da più di un mese, per esporre alla città il primo dono, la prima gioia.

Certezze È un Civitavecchia, ad oggi, indecifrabile; solo test con team sotto, di un gradino, ma un gradino significativo, alla sua categoria. Tre le certezze assolute; capitan Funari, Gagliardi e Gagliardini; un erede principesco il biondo difensore, degno della “patria”. Due gli astri che, la piazza nero azzurra, potrà ammirare; Squerzanti e Ambro; l’esterno somiglia alla versione più splendente di Ruggiero, il play, ex Palermo addirittura, evoca, nelle rimembranze, gli Dei che hanno scritto la storia del centrocampo nero azzurro: sostanzialmente pilastri di cemento armato, su cui la Vecchia può costruire il suo ego. Il resto del reame è un mix di valide certezze e pedine ben presentate, attese però da una corposa verifica. Non ci sono alibi hanno “sussurrato” in coro i patron. Anche il tecnico si è esposto; auto proclamandosi, come Napoleone Bonaparte, Imperatore del girone A. È la settimana forse più lunga. Anche gli uomini di mare più avvezzi ad affrontare tempeste come Presutti e Mecozzi sanno che, la traversata, quest’anno, sarà un’avventura tutta da esplorare insieme, come veri navigatori pronti a condurre la nave in porto, vincente, all’insegna di quel patto di ferro catartico, sancito in onore della loro tanto amata terra.

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