Un addio silenzioso e in punta di piedi. Ciao Tommaso

È andato via sottovoce. In punta di piedi, senza disturbare nessuno. Tommaso Caranzetti era proprio così. Dolce, riservato, tanto umile quanto determinato. Uno che senza dire troppe parole riusciva a farsi voler bene da tutti. Tommaso era un gigante di sensibilità. Ha preferito non raccontare quasi a nessuno il male che lo affliggeva semplicemente per non leggere la sofferenza negli occhi delle persone che gli volevano bene.

Te ne sei andato così: socchiudendo la porta, piano piano. Non hai voluto far rumore neanche quando hai capito che la vita ti stava tradendo. Anzi, le hai sorriso, porgendole la mano e l'hai seguita lasciando tutti noi alle spalle. E adesso? Adesso è il momento della rabbia, delle lacrime, delle domande senza risposte. Siamo rimasti senza parole. Inermi. Svuotati. Quando in redazione è arrivata la notizia del tuo addio abbiamo scelto la via del silenzio, rispettando il volere della tua famiglia. ll giornalismo deve saper recitare un altro ruolo in questi casi.

Oggi invece ci troviamo a scrivere queste poche righe per provare a colmare il vuoto. E non siamo i soli. Abbiamo letto tantissimi messaggi: dei tuoi giocatori, dei loro genitori e di tutti i dirigenti che hai incontrato lungo la strada. Scorrerli uno dopo l'altro ci ha riempito il cuore. E con gli occhi colmi di emozione ti immaginiamo camminare verso l'orizzonte con il tuo immancabile cappellino. In compagnia di qualcuno, mano nella mano, con tutto il tempo del mondo per rivivere insieme un anno magico: “Era il 29 giugno 2014 e a Chianciano faceva un gran caldo: sfidavamo il Montebelluna per il tricolore. Ora ti racconto...”