l'intervista
Capogrossi: "Più giocatori mi chiamano e più sono contento"
Il direttore sportivo dell'Accademia Calcio Roma sulla querelle del mercato giovanile: "I genitori vengono contattati anche per delle semplici chiamate di cortesia"
“Una polemica sterile, sicuramente inutile”. Davide Capogrossi, direttore sportivo dell'Accademia Calcio Roma, interviene sulla querelle del mercato giovanile e lo fa con la sua solita schiettezza: “Questa diatriba di chiamare i genitori dei giocatori viene alimentata continuamente cosicché, alla fine, non esiste nessun colpevole. C'è questa sorta di 'mister x' senza un'identità ben precisa che chiama tutti. Ad oggi una cosa è certa: non si può programmare nulla. C'è chi chiama le persone come semplice metodo di cortesia e non per fare mercato. D'altronde esiste la libertà di interazione tra adulti che mai come in questo momento può fare la differenza. Magari sono genitori con cui si ha avuto a che fare in passato: è vietato chiedere se stiano bene? Nelle interviste che sto leggendo oltre alle analisi sul Coronavirus è partita la corsa a chi fa pagare di meno per avere più ragazzi il prossimo anno”. Per il direttore sportivo il punto è chiaro: “Dicono che non si possono chiamare i genitori perché oggi non si può programmare? Bene, non parlassero però di scuola calcio, di kit o altro. La realtà è che non sappiamo quando ripartiranno i campionati. Noi come Accademia Calcio Roma ci stiamo compattando con tutte le famiglie, tuttavia è difficile parlare di kit, quote o quant'altro. Le società in questo momento devono pensare a coinvolgere i ragazzi in ogni tipo di iniziative e dare speranza”. Anche i genitori dei ragazzi del suo club verrebbero chiamati, ma Capogrossi non si nasconde: “Più me ne chiamano e più sono contento. Significa che stiamo lavorando bene. Se arrivi al punto di chiamare settanta giocatori in un giorno oltre ad essere una persona eticamente e moralmente poco corretta, vuol dire anche che hai sbagliato programmazione. In questo periodo tutti gli anni scatta la polemica sulla composizione delle rose: chi fa le squadre dopo il 1 luglio, però, scagli la prima pietra...”. Il ds dell'Accademia Calcio Roma fa poi un'analisi sul futuro: “La mia speranza è che le società anziché darsi contro facciano fronte comune. Stiamo combattendo una battaglia difficilissima, se dovessero sparire cinquanta società a livello sociale sarebbe terribile. Sento tante proposte come quella dell'abolizione dell'Elite per la prossima stagione e sono d'accordo. Metterebbe tutti sullo stesso livello e aiuterebbe i club più piccoli ad avere maggiore appeal e quindi più entrate. Il direttore della Tor Tre Teste, Bruno, parlava di regalare i kit alle società minori? Perché no, potrebbe essere un bel gesto".